Dare dell’idiota a un viceministro si può. Basta essere un parlamentare. Si tratta di una critica rafforzata. A sostenerlo la senatrice Nadia Ginetti, di Italia Viva, nella relazione con cui ha proposto alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato di concedere lo scudo al presidente della stessa Giunta, l’azzurro Maurizio Gasparri, indagato per diffamazione dalla Procura di Roma dopo essere stato querelato dal pentastellato Pierpaolo Sileri. Dare dell’idiota a Sileri si può. Il gip del Tribunale di Roma ha chiesto a Palazzo Madama di pronunciarsi sulla vicenda. Sileri ha querelato Gasparri per le affermazioni di quest’ultimo che, il 5 gennaio scorso, lo ha definito appunto un incapace e un idiota, specificando che l’utilizzo del termine idiota configurerebbe “una gratuita e immotivata aggressione alla reputazione”, non rientrando nell’esercizio del diritto di critica politica. Il senatore di FI, rivolgendosi al collega pentastellato, ha inoltre aggiunto che andrebbe “denunciato penalmente” al pari di altri componenti del Governo.
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Accuse senza un Domani. Il giornale di De Benedetti spara a salve su Conte. E l’affare segreto si sgonfia

Vaccini, il call center inutile di Regione Lombardia è costato 11,8 milioni
Il call center di Regione Lombardia che dovrebbe dare informazioni sui vaccini, ma che si è rivelato inutile come denunciato da centinaia di persone e verificato da Fanpage.it, è costato 11,8 milioni di euro. Questa la cifra prevista per “call center e assistenza” sui 18,5 milioni indicati nell’offerta tecnico economica di progettazione di Aria Spa per la realizzazione e gestione del sistema di supporto alla campagna vaccinale lombarda anti Covid-19. È costato 11 milioni e 800 mila euro il call center di Regione Lombardia che dovrebbe dare informazioni sui vaccini, ma che si è rivelato inutile, come denunciato da centinaia di persone e verificato da Fanpage.it. Gli operatori che rispondono al telefono non hanno gli elenchi delle prenotazioni, non sono in grado di confermare che la procedura sia andata a buon fine e tantomeno di comunicare data e luogo della somministrazione. In sostanza, un servizio carente e non in grado di dare risposte alle ansie e ai timori dei lombardi. Un call center costato 11,8 milioni di euro che non fornisce informazioni.
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Vaccini, Regione Lombardia poteva usare gratis il portale di Poste ma ha deciso di spendere 22 milioni per Aria Spa
Ma perché all’inizio dell’anno Regione Lombardia ha scelto di utilizzare il portale di Aria per la prenotazione delle vaccinazioni anti-Covid, invece che quello di Poste Italiane? A breve sarà proprio quest’ultimo a gestire la campagna vaccinale lombarda, ma ancora nessuno ha risposto alla domanda che il consigliere dimissionario di Aria Mario Mazzoleni ha esplicitato nella sua intervista a TPI. Certo, Regione Lombardia ha tenuto a derubricare la questione dei malfunzionamenti a “problemi tecnici”, negando che ci possano essere responsabilità a carico della Giunta, ma il quesito rimane insoluto: chi ha deciso di affidarsi al portale di Aria? E, soprattutto, perché? Conoscere i criteri di tale scelta sarebbe davvero interessante, perché gli scarsissimi risultati del servizio sono senza dubbio il primo problema, ma non l’unico. Oltre agli appuntamenti perduti, agli sms non partiti, agli anziani sballottati a decine di chilometri da casa e al vasto campionario reso noto dalle cronache quotidiane, c’è anche la questione del costo di questo servizio, che, trattandosi di soldi pubblici, non è certo trascurabile.
La Corte dei Conti promuove i bilanci della Raggi. I giudici hanno setacciato i conti del Campidoglio. Dopo anni di disastri i 5Stelle a Roma hanno invertito la rotta
Dopo anni di gestione disastrosa delle finanze, tanto da far scattare il commissariamento, le scelte fatte per amministrare i fondi del Campidoglio dalla sindaca Virginia Raggi e dalla sua giunta sembrano essere state giuste. La strada intrapresa dai pentastellati appare quella corretta. E questa volta non si tratta di un proclama M5S, ma dell’analisi compiuta dai magistrati della Corte dei Conti, che hanno passato al setaccio la gestione finanziaria di Roma Capitale dal 2017 al 2019, verificando anche alcune delle più recenti operazioni. Un controllo in sostanza sull’intera amministrazione targata 5S. Non mancano ovviamente le criticità. Ma anche su questo fronte, stando al rapporto depositato ieri salla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per il Lazio, i nodi principali, quelli fatti della troppa polvere messa per anni sotto il tappeto se non molto peggio, sono gli stessi su cui da tempo batte la sindaca e per i quali la stessa anche di recente ha cercato soluzioni. IL PUNTO. I magistrati contabili, ultimata l’indagine sui bilanci capitolini, hanno specificato che “dal controllo svolto sulla documentazione trasmessa è emersa una sostanziale regolarità degli andamenti in un contesto di adeguata implementazione dei nuovi istituti dell’armonizzazione contabile, l’assenza di tensioni immediate sul piano della gestione della liquidità e il rispetto del limite di indebitamento nel periodo considerato”. Nessuna altra voragine insomma è stata prodotta nelle disastrate casse capitoline dai pentastellati, costretti a fare i conti con una pesantissima eredità.
Tira proprio una brutta Aria in Lombardia. Un documento rivela che la piattaforma per le prenotazioni dei vaccini scelta dalla giunta Fontana era inadeguata

Tre anni (e tre governi) dopo, come si è trasformato il Parlamento tra nuovi simboli e cambi di partito
Dalla prima seduta del 23 marzo 2018 Camera e Senato appaiono diversi: fioccano i nuovi simboli, dai Verdi agli Europeisti. Hanno cambiato casacca 125 deputati e 65 senatori. Il Movimento ha perso circa un terzo degli eletti, guadagna la Lega. Tutto si trasforma, mentre si creano e si distruggono maggioranze e simboli: è la legge che regola il moto perpetuo del Parlamento. Tre anni sono passati — e tre governi — dalla prima seduta di Camera e Senato, il 23 marzo 2018. Affacciandosi oggi in quelle stesse aule, il quadro appare assai mutato: diversi parlamentari — per essere precisi 125 deputati e 65 senatori — hanno cambiato casacca; alcuni partiti, la Lega su tutti, hanno ingrossato le truppe, altri, a cominciare dai 5 Stelle, le hanno viste ridursi; e poi sono state le stesse formazioni a cambiare.
Bertolaso, il “campione” delle destre, si para le terga
È cosa nota che Guido Bertolaso sia stato, per tutte le destre, il campione di tutte le emergenze e quindi, avranno pensato le menti eccelse della politica lombarda, che non te lo accaparri un Bertolaso adesso che c'è da mettere a cuccia una pandemia? Ed infatti, manco a dirlo, giusto un annetto fa il diversamente arguto Fontana (imbeccato dal Cazzaro Verde e dal pregiudicato di Arcore), con grande fanfara mediatica se lo è assicurato per mettere in piedi in quattro e quattrotto un ospedale in Fiera. Che poi l'ospedale s'è rivelato essere l'ennesima cattedrale nel deserto, tanto che alcuni grandi finanziatori privati hanno rivoluto indietro i loro soldi dalla regione, è un dettaglio. Se no non si spiegherebbe perché Fontana&Co., non contenti del primo fiasco, gli abbiano dato anche l'opportunità di realizzare il secondo: se lo sono richiamati in Regione il Betolaso, giusto due mesi fa, per coordinare il piano vaccinale che, com' è noto, non sta andando niente bene. Anzi oggi è diventato una vergogna nazionale a tutto tondo, tanto che il vil Presidente, per mettere a tacere lo scadalo, anziché rassegnare doverose dimissioni, oggi ha dovuto trovarsi un colpevole in poche ore: a saltare sono state le teste del cda di Aria, la digital Company regionale, non la sua.
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Addio ai sostegni: neanche sono arrivati e già ce li tolgono. Il governo chiude i rubinetti: ultimi aiuti a imprese e partite Iva

Le Regioni in ritardo sui vaccini sono tutte guidate dalla LEGA
La bellezza dei numeri è che stanno là, non si possono piegare, ed è sempre buffo quando qualcuno prova a invertirli come se fossero propaganda, malleabili alle bugie. I numeri della Lombardia sulla capacità di contenimento del virus e sulla capacità di vaccinazione sono sotto gli occhi di tutti, erano settimane che lampeggiavano evidenti nonostante il clan di Fontana fosse concentrato a impantanarli con quintali di fondotinta, e non è un caso che alla fine la narrazione “vincente e operosa” usata come scudo sia crollata sotto gli strilli di Bertolaso, di Letizia Moratti e infine di Fontana stesso. Una bugia non può durare per sempre: prima o poi ci si infiltrano i numeri e alla fine crolla. In Lombardia la Giunta regionale ha puntato il dito contro una partecipata voluta dalla Giunta stessa, sperando di scaricare la propria responsabilità su conto terzi. Non sta funzionando, non funzionerà e non sarà un successo nemmeno il finto pugno o di ferro di Salvini che promette punizioni esemplari che si sono risolte nella morbida richiesta ai vertici di Aria di dimettersi. Non li hanno nemmeno cacciati, questi che vorrebbero essere i giustizieri della notte: hanno detto loro “Per favore ve ne andate? Che dite? Vi sembra una buona idea?”.
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Mezza Italia rossa, aumentano i controlli e le multe per chi viola le norme anti Covid. 6mila sanzioni nel weekend
Mezza Italia si trova in zona rossa. La mappa dei colori delle Regioni potrà variare con i nuovi monitoraggi Iss-ministero della Salute che saranno diffusi nelle prossime settimane dopo Pasqua. Ma nessuna Regione italiana prima del prossimo 6 aprile passerà in fascia gialla. Questo significa che continueranno a essere in vigore norme anti Covid stringenti, con il divieto di uscire dal proprio Comune in zona arancione, mentre in zona rossa è vietato uscire da casa, anche per far vista ad amici o parenti. E naturalmente è sempre in vigore in tutto il territorio nazionale il coprifuoco notturno, dalle 22 alle 5 del mattino. Non sono consentiti assembramenti per strada, e rimane l'obbligo di mascherina in tutti i locali pubblici. Con la stretta varata dal governo si sono rafforzati anche i controlli delle forze dell'ordine. Secondo i dati del Viminale nella settimana che va dal 15 al 22 marzo le forze di polizia hanno svolto 815.089 controlli (+6,3% rispetto alla settimana precedente) per il contenimento della diffusione del virus Covid-19. Le persone controllate sono state 711.986 (+5,1%), le sanzioni amministrative per il mancato rispetto delle misure di prevenzione sono state 11.469, mentre 132 persone sono state denunciate per non aver rispettato le misure di isolamento previste dalla quarantena. Controllati inoltre 103.103 attività ed esercizi commerciali (+15,7%); i titolari sanzionati sono stati 490, 211 i provvedimenti di chiusura.
Il grande bluff degli anticorpi monoclonali: nessuna cura miracolosa anti Covid
Da mesi illustri virologi appaiono in tv per sostenere che gli anticorpi monoclonali erano “la cura” contro il Covid e che l’Italia ha perso tempo prezioso prima di approvarli. Ma non è così e la Fda americana ha sospeso l’utilizzo in vari stati in assenza di prove della loro efficacia. 1) Per curare il Covid bisognerebbe fare una sola cosa: uccidere il coronavirus. Ma poiché il coronavirus “vive” solo dentro alle nostre cellule, la cura contro il coronavirus dovrebbe uccidere le nostre stesse cellule che lo ospitano. 2) Gli scienziati della Eli Lilly erano stati espliciti: il loro anticorpo monoclonale era efficace solo se somministrato nelle prime 72 ore dall’inizio dei sintomi, e solo nei casi più lievi della malattia. 3) La FDA americana ha sospeso la somministrazione del bamlanivimab in California, in Arizona e in Nevada perché ci sono prove che questo anticorpo monoclonale favorisca la nascita e la diffusione di ceppi resistenti del virus, con una proteina spike mutata che sfugge all’anticorpo.
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Caos negli hub vaccinali e fuga da AstraZeneca: bilancio flop per il governo dei migliori
Un passo in avanti e dieci indietro. Tra il caos creato con lo stop ad AstraZeneca e quello delle dichiarazioni sul vaccino da somministrare anche a chi passa per strada per non sprecare dosi, il piano Draghi per accelerare la campagna anti-Covid sembra essersi impantanato. Caos negli hub vaccinali e fuga da AstraZeneca: e il governo? Le vaccinazioni vanno a rilento, le rinunce abbondano, paradossalmente gli assembramenti si stanno creando anche negli hub vaccinali. E intanto ospedali e terapie intensive scoppiano di pazienti contagiati dal virus. Un’emergenza sanitaria e di conseguenza economica che come in un sinistro gioco dell’oca sembra riportare l’Italia al punto di partenza. Ai problemi in cui si dibatteva lo scorso anno quando il coronavirus era un mostro ancora sconosciuto e c’era tutto da organizzare. Andrà meglio, magari a breve andrà anche molto meglio, ma al momento il risultato del Governo dei migliori è tristemente questo ed è difficile dire che andrà tutto bene.
Avete mai letto, ad esempio, il bugiardino di uno sciroppo venduto senza ricetta medica?
In questi giorni ci siamo preoccupati tantissimo di alcuni effetti collaterali del vaccino COVID-19 AstraZeneca. Ma lo sappiamo che ogni volta che assumiamo un medicinale andiamo incontro a dei rischi anche gravi? Prendiamo ad esempio il BISOLVON LINCTUS gusto fragola, un farmaco per la TOSSE ed il CATARRO senza obbligo di ricetta, venduto quindi liberamente in farmacia come "medicinale di automedicazione"? Avete mai letto e preso in considerazione il suo bugiardino, cioè il foglio inserito nella confezione? Sapete cosa riporta nella sezione 4: POSSIBILI EFFETTI INDESIDERATI? Tra gli effetti indesiderati ci sono quelli NON COMUNI, che possono interessare fino ad 1 persona su 100, come quelli RARI che possono interessare fino ad 1 persona su 1.000. Per finire con gli EFFETTI NON NOTI, la cui frequenza non può essere definita.... tra cui troviamo, ad esempio, SHOCK ANAFILATTICO, angioedema, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, pustolosi, fin al RESTRINGIMENTO DEI BRONCHI.
Draghi lo ammette: “Sì, è un condono”. Un regalo da 300 milioni agli evasori fiscali: “Ma parliamo di multe di dieci anni fa”
Soglia confermata a 5mila euro per le cartelle esattoriali da stralciare, ma nel periodo 2000-2010, anziché fino al 2015, e solo per chi non supera i 30mila euro di reddito. È la soluzione su cui si è trovata una mediazione per il varo del decreto Sostegni di Draghi. Il costo della misura si aggirerebbe sui 300 milioni. Draghi ammette: “Sì, è un condono”. L’accordo raggiunto prevede anche la promessa di procedere alla revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi. Una soluzione che, però, scontenta Lega e Forza Italia. Che sulla rottamazione hanno provato ad alzare la posta spingendosi a chiedere di alzare la soglia fino a 10mila euro. Ma niente paura. Da quanto si apprende, sull’accordo “al ribasso” la partita non è chiusa. E la questione sarebbe destinata a riaprirsi in Parlamento. Azzurri e leghisti non intendono mollare la presa. Inizialmente previsto per le 15, poi slittato alle 16, il Consiglio dei ministri, chiamato a varare il decreto Sostegni, è iniziato solo alle 18,30.
Dallo smantellamento dell’Iri ai tagli alla sanità: breve storia triste di Enrico Letta
Con Enrico Letta fanno 8 segretari (in 10 segreterie diverse) in 14 anni. Niente male per un partito che doveva rappresentare la virata dell’Italia in senso maggioritario. Magari verso il bipolarismo, alla ricerca della tanto agognata (ma siamo sicuri anche desiderabile?) “stabilità”. Quella che non riescono nemmeno a trovare al loro interno. Dato politico a parte, con l’ennesimo scossone il Pd non fa alcun balzo in avanti. Ritorna semmai indietro di quasi un decennio. Al 2013/2014, per essere più precisi, quando Enrico Letta sedeva sullo scranno più alto di Palazzo Chigi. Il Pd, insomma, punta sull’usato sicuro. Con una legion d’onore in tasca (concessa da Hollande nel 2016), a confermare – casomai ve ne fosse ancora bisogno – la sua nomea di “partito francese“.
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Brunetta fannullone, licenziato dal Municipio di Venezia per troppe assenze
(7 NOVEMBRE 2011) La lista civica Brunetta – con la quale il ministro aveva concorso per diventare sindaco di Venezia alle elezioni amministrative – cambia nome a causa delle troppe assenze del ministro della Pubblica Amministrazione dall’incarico svolto nel capoluogo veneto. Doveva essere la rivoluzione copernicana contro l’assenteismo dei dipendenti pubblici, ma il primo a essere stato licenziato per scarse presenze è stato proprio il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. L’incarico minore gli è stato revocato perché troppo spesso via da Venezia – ovviamente, per gli impegni ministeriali – ma anche la lista civica “Brunetta” è stata rinominata dai suoi ex-sostenitori “Impegno per Venezia, Mestre, isole” – proprio in ritorsione al Renato assenteista. La riforma Brunetta è costata tanto ai dipendenti pubblici: storiche sono le uscite del ministro Brunetta contro i “fannulloni” della Pubblica Amministrazione, contro i precari guidati da Maurizia Russo Spena (definiti “la peggiore italia) e anche contro i magistrati “rossi” – da punire con i tornelli all'entrata dei tribunali.
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Letta attacca Salvini: "Molto male, ha tenuto in ostaggio il cdm e pure senza risultati". La replica del leghista: "Stai sereno"
Il segretario del Pd interviene su Twitter contro il leader della Lega, difendendo i ministri dem. E rispunta anche il Mes. Calenda: "Non mi è piaciuta la risposta di Draghi". Il segretario del Pd Enrico Letta va all'attacco di Matteo Salvini dopo lo scontro di ieri nella maggioranza sul tema della rottamazione delle cartelle esattoriali. Scontro che ha visto unito l'asse Lega-M5S, favorevoli a un condono totale, contro Pd e Leu propensi a un intervento più misurato. "Molto bene - scrive Letta su Twitter - Il #DecretoSostegni interviene su salute, scuola, turismo, cultura e aiuta lavoratori e imprese. Bene #Draghi. Bene i Ministri. Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio #Salvini".
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- Ora “imboscano” la notizia dell’arresto eccellente in Regione Lazio, vi ricordate invece le campagne mediatiche nazionali “caos rifiuti”, “monnezzopoli”, le prime pagine su Raggi e Muraro?
- Deputati e senatori non fanno la quarantena, e una norma glielo permette
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