Imagoeconomica conte accuse falseAltro che affari segreti. L’ex premier Conte smonta punto per punto le accuse di operazioni opache pubblicate dal quotidiano Domani. E tira una bordata all’editore De Benedetti, che rifiutò di incontrare quando era a Palazzo Chigi. Non ci sta Giuseppe Conte e punto per punto dissipa le ombre lunghe che un articolo del Domani allunga sulla sua persona e nello specifico su alcuni incarichi ricevuti quando, prima di diventare premier, esercitava la professione di avvocato. Nel mirino del giornalista del quotidiano di proprietà di Carlo De Benedetti finisce la consulenza a Conte avuta dalla società Acqua Marcia spa di Bellavista Caltagirone finita in concordato preventivo.Accuse senza un Domani. L’avvocato Piero Amara racconta ai pm che è stato lui- dietro segnalazione di Michele Vietti – a “raccomandare” l’ex premier affinché avesse “contratti e conferimenti di incarico per circa 400mila euro, non tutti incassati”. Nel concordato c’era anche il Molino Stucky, hotel extralusso che sorge sull’isola della Giudecca a Venezia. Albergo che poi finisce nelle mani dell’imprenditore pugliese Leonardo Marseglia che ha inserito Conte nel cda. Ma il giornalista stesso scrive “affari (probabilmente del tutto leciti) di cui però finora nessuno sapeva nulla”.E si specifica che “i magistrati milanesi che hanno raccolto le parole di Amara tra fine 2019 e inizio 2020 si muovono con cautela. Tanto che nessun fascicolo di reato è stato finora aperto sulla vicenda Acqua Marcia”. In un lungo e articolato post sui social il leader in pectore del M5S sostiene che il titolo “Gli affari segreti di Conte” e vari passaggi interni dell’articolo “sono palesemente diffamatori”. E sferra un attacco all’editore del quotidiano che, a suo dire, non gli ha mai “perdonato” il fatto che non abbia voluto incontrarlo quando era a Palazzo Chigi.

Il giornale di De Benedetti spara a salve su Conte

“Un avvocato civilista, che è la professione che ho svolto prima di diventare presidente del Consiglio – dichiara Conte all’autore dell’articolo – non fa affari, tantomeno segreti. Gli affari – ostentati o segreti non spetta me dirlo – li concludono gli imprenditori, come ad esempio il suo datore di lavoro, ing. De Benedetti. Quanto a quest’ultimo, da presidente del Consiglio non mi sono mai concesso il piacere di incontrarlo privatamente, pur sollecitato varie volte a farlo. Di questa rinuncia, peraltro, l’ing. De Benedetti mi sta ripagando amabilmente, ragionando di me – in tutte le occasioni pubbliche che gli sono offerte – con pertinace livore”.

L’ex premier sostiene che la sua attività professionale non è stata “probabilmente lecita”, come gli concede il giornalista, ma “pienamente lecita, corretta e trasparente”. Nega di aver avuto rapporti personali e professionali con Amara ed esclude che il suo nome come professionista possa essere stato suggerito da Vietti. Quanto al contenuto degli incarichi professionali “nulla di segreto”.

E l’affare segreto si sgonfia

“Quando il Gruppo Acqua Marcia è entrato in tensione finanziaria a seguito dell’arresto di Francesco Bellavista Caltagirone (neanche lui mai conosciuto o incontrato) – spiega – mi è stato chiesto di redigere all’incirca 300 pareri legali per certificare lo stato di tutti i contenziosi giudiziali e di tutte le vertenze extragiudiziali che riguardavano le varie società del Gruppo. Questi pareri legali, che hanno richiesto un impegno professionale particolarmente intenso, sono stati necessari per valutare, più puntualmente, le potenziali poste attive e passive delle società al fine di presentare un concordato preventivo che fosse rispondente alle effettive condizioni economico-finanziarie del Gruppo. I relativi compensi professionali, peraltro, a conferma della limpidezza dell’incarico, sono passati al vaglio e mi sono stati liquidati dai vari Commissari giudiziari nominati dal Tribunale fallimentare di Roma, in relazione alle varie società ammesse al concordato”.

Quanto al secondo incarico professionale, “trattasi di un incarico di consulenza legale in relazione a una complessa operazione finanziaria di cartolarizzazione che ha riguardato la società GHMS, che era proprietaria dell’hotel Molino Stucky di Venezia. Questo secondo incarico, che pure riguarda una società del Gruppo Acqua Marcia, risale ad alcuni anni dopo (al 2015, mentre i pareri legali di cui sopra risalgono al 2012/2013)”. I pentastellati fanno quadrato attorno a Conte e respingono gli attacchi al loro leader da parte di “certi poteri”. “Evidentemente il suo rientro sulla scena dà fastidio a molti, specialmente a chi dopo le congiure di palazzo sperava che fosse ‘politicamente morto’”, commenta la vicepresidente del Senato, Paola Taverna.

Articolo di Raffaella Malito  per LaNotiziaGiornale.it

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