Raggi sfratta Fratelli d'Italia dalla sede storica: "Morosi dal 1972"
(1 novembre 2017) Sgomberati i locali storici di Fratelli d'Italia. Il contratto di concessione è scaduto nel 1972 e il Comune ha agito di conseguenza. Ieri notte l'amministrazione di Roma Capitale attraverso un'operazione dell'Unità di Supporto della Polizia Locale presso il Dipartimento delle Politiche Abitative (U.S.D.P.), è rientrata in possesso dell'immobile di proprietà capitolina in via delle Terme di Traiano 15a, sede storica a Colle Oppio del partito romano di Giorgia Meloni. Secondo quanto annunciato dalla stessa sindaca Raggi in Assemblea capitolina, il contratto di concessione non sarebbe più valido da quasi mezzo secolo. "Abbiamo riscontrato una soluzione di morosità prolungata nel tempo, questi partiti si trovavano all'interno della sede comunale, mi viene un po' da ridere ma il contratto era scaduto nel 1972". "Uno scandalo a cui è stato posto fine - ha dichiarato l'assessore alla Casa e al Patrimonio Rosalba Castiglione - adesso l'immobile torna ai romani e potrà essere valorizzato in un'ottica di legalità, anche in considerazione del suo valore storico, sotto la sorveglianza degli organi di tutela. Ringraziamo le donne e gli uomini della Polizia Locale per la riuscita dell'operazione". "Andiamo avanti determinati - aggiunge - per porre fine allo scempio gestionale di cui il patrimonio immobiliare romano è stato vittima. Una situazione incancrenita che, come questo caso testimonia, affonda le sue radici anche in tempi altro che recenti. La strada è lunga, ma siamo decisi ad andare fino in fondo per ridare dignità e trasparenza all'utilizzo della proprietà pubblica dei cittadini romani".
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La Danimarca sospende il vaccino AstraZeneca, MA non ci sono prove di una correlazione tra alcuni episodi di coagulo e la somministrazione del vaccino.
L’Autorità nazionale danese per la salute ha sospeso in via precauzionale la somministrazione del vaccino AstraZeneca dopo la segnalazione di alcuni gravi casi di coaguli di sangue. È la stessa Autorità ad annunciarlo in un comunicato. Su questi casi sono in corso delle indagini per stabilire eventuali connessioni con la somministrazione del vaccino, ma al momento — chiarisce la stessa Autorità — non ci sono prove di una correlazione tra questi episodi di coagulo e la somministrazione del vaccino. «Siamo nel bel mezzo del più grande e importante programma di lancio di vaccinazioni nella storia danese. E in questo momento abbiamo bisogno di tutti i vaccini che possiamo ottenere. Pertanto, mettere in pausa uno dei vaccini non è una decisione facile. Ma proprio perché vacciniamo così tanto, dobbiamo anche rispondere con tempestività quando si é a conoscenza di possibili gravi effetti collaterali», afferma Soren Brostroem, direttore della National Health Authority. La sospensione durerà 14 giorni ed è decritta come misura precauzionale.
Bologna nella morsa del virus «Qui ormai la gente è sfinita Le altre ondate erano niente in confronto a questa»
Il capoluogo emiliano è in zona rossa da una settimana: i casi sono destinati a crescere ancora. Le ragazze e il drink in piazza Maggiore: cerchiamo di farci forza. «Le altre ondate erano niente in confronto a questa». Chissà domani, su che cosa metteremo le mani. In via D’Azeglio le luminarie con i versi di una delle canzoni più belle di Lucio Dalla sono sempre accese. Con la fatica che si fa ad immaginare un futuro qualunque e con il bisogno di consolazione che tutti ci portiamo addosso, anche solo guardarle è qualcosa che un po’ scalda il cuore. Alle 17 di un mercoledì di marzo ci passano sotto in tanti. E ci si sente quasi in colpa a pensare che forse sono troppi, per una città in zona rossa da una settimana, che pure fatica a contenere contagi al settanta per cento attribuibili alla variante inglese, una città assediata che si trova nel centro della regione più colpita da questa terza fase del virus, dove il direttore generale della Ausl Paolo Bordon chiede aiuto dicendo che i posti letto non bastano più, e per destinarne di nuovi al Covid servono anche nuovi medici, anestesisti e infermieri. Non importa come, non importa da dove. Perché le altre ondate, dice, «erano niente in confronto a questa». Eppure, è così.
Lotteria scontrini, oggi prima estrazione: quante chance di vincere?
Oggi, 11 marzo, è il giorno della Lotteria degli scontrini. In palio, nell’ambito della 'riffa' di Stato che ha lo scopo di incentivare i pagamenti elettronici (con carta di credito, carta di debito, bancomat e applicazioni), ci sono 100mila euro. Si parte con i premi mensili: in palio ce ne sono dieci da centomila euro - ricorda laleggepertutti.it - per chi ha fatto acquisiti in negozio e dieci da ventimila euro per il negoziante da cui si è fatto shopping. I premi, via via, aumenteranno. Ne sono previsti di settimanali, con le estrazioni ogni sette giorni a partire da giugno, di trenta biglietti fortunati: 15 da 25mila euro ciascuno andranno ai clienti, altri 15 da cinquemila euro ciascuno ai negozianti. E poi la superestrazione annuale, con in palio un premio da cinque milioni di euro per l’acquirente e un milione di euro per l’esercente. In totale 1800 premi l’anno (uno annuale, 120 mensili e 780 settimanali da moltiplicare per due: 900 ai clienti e 900 ai negozianti). Ma quante sono le chance di vincere? Premesso che, nel dubbio, è sempre meglio partecipare, visto che chi compra non ha costi, né particolari oneri per gli acquirenti e i premi non sono soggetti a tassazione.
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Pubblicato il secondo rapporto dell’Aifa sulla sorveglianza dei vaccini anti-Covid. “I dati confermano i profili di sicurezza”
L’Agenzia italiana del Farmaco ha pubblicato il secondo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti-Covid, riguardante i dati registrati nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza fino al 26 febbraio scorso. Le segnalazioni riguardano soprattutto il vaccino Pfizer/BioNTech Comirnaty (96%), che è stato il più utilizzato e solo in minor misura il vaccino Moderna (1%) e il vaccino AstraZeneca (3%). Complessivamente, fa sapere l’Aifa, sono state valutate 30.015 segnalazioni su un totale di 4.118.277 dosi somministrate per tutti i vaccini, con un tasso di segnalazione di 729 ogni 100.000 dosi. “Un tasso più elevato di quello che abitualmente si osserva per altre vaccinazioni – riferisce l’Agenzia -, per esempio quella antinfluenzale, ma coerente con i risultati degli studi clinici e indicativo della speciale attenzione dedicata a questa vaccinazione. L’età media è di 46 anni coerente con l’età media dei vaccinati, in gran parte operatori sanitari. Il 93,6% delle segnalazioni è riferito a eventi non gravi e risulta in linea con le informazioni già presenti nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto dei vaccini”.
Ambulanze bloccate per ore e pronto soccorso saturi: nelle Marche la nuova ondata spaventa.
Nelle giornate di lunedì e martedì i mezzi di soccorso hanno atteso anche sei ore prima di poter lasciare il malato che avevano a bordo, oppure dirottate in strutture di altre province, pieni anche quelli. "Così però salta un anello e si blocca tutto", spiegano i volontari. E i tempi si allungano per tutte le chiamate, non solo quelle per Coronavirus. Ma l'allarme era stato lanciato settimane fa: "Avrebbero dovuto coglierlo". Le testimonianze dagli ospedali: "Dobbiamo scegliere, si ricoverano solo i più giovani". Sono le 14 di martedì pomeriggio e in tutto il territorio di Ancona non c’è un’ambulanza disponibile per le urgenze. Tutte sono in coda davanti ai vari pronto soccorso della Regione: non possono “scaricare” il paziente, né accettare in coda altre chiamate del 118 perché il tempo di attesa è incerto. Tre, quattro o sei ore, nessuno può saperlo. Il reparto di urgenza di Torrette è saturo da oltre due giorni, tanto che lunedì sera ha dovuto chiudere i battenti per la prima volta dall’inizio della pandemia per “alleggerire” il carico sulla divisione. E non va meglio in altri della Regione. Il sistema sanitario è a “un passo dal collasso” con le terapie intensive ormai piene (103 i ricoverati secondo l’ultimo bollettino di cui 23 a Torrette) e gli altri reparti altrettanto congestionati, con 755 posti letto occupati in tutta la Regione, di cui 124 nei pronto soccorso.
Dimmi chi è il tuo consulente e ti dirò chi sei
Che fine ha fatto il MES? Dove sono finite le ricette magiche su come affrontare il virus o il cambio di passo sui ristori? E i temi divisivi che hanno riempito i comunicati stampa dei politici e le pagine dei giornali nelle settimane della crisi di governo? Spariti, svaniti, scomparsi. Non siamo più in dittatura sanitaria evidentemente. Il che dipende non dal lockdown in sé ma da chi decide di promuoverlo. Eccolo il miracolo del Messia. Non ha moltiplicato né vaccini né posti di lavoro ma ha eliminato le polemiche politiche. Scandali o potenziali conflitti di interesse? Rumori di sottofondo. La Pax draghiana accontenta tutti. Moderati, liberali, moralisti e liberisti. E poi i giornali di sistema, Confindustria, i think tank che contano, le multinazionali della consulenza e quelle dei farmaci, rigorosamente nordamericane. L’apostolo non predica. Non ha bisogno della parola. A tranquillizzare coloro che, evidentemente, con il governo precedente tranquilli non erano, ci pensa il suo passato (sbagli inclusi) e ci pensano le nomine. Non quelle politiche. Quelle non contano. Ha fatto giocare i politici al gioco delle poltrone ed ha visto che si accontentano di poco.
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Perché anche chi ha fatto il vaccino può risultare positivo al coronavirus
Sul tema c'è molta confusione, colpa anche di noi giornalisti. Ma come ricorda Matteo Bassetti all'Adnkronos, l'obiettivo dell'immunizzazione è ridurre malattie e ricoveri, non impedire che il virus circoli. Nel Rsa sta già succedendo. Si può risultare positivi al coronavirus anche dopo aver ricevuto il vaccino? La risposta è affermativa, ma la cosa non dovrebbe allarmarci. Quando parliamo di vaccini, spiega all'Adnkronos Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova, "non dobbiamo andare a guardare chi è vaccinato e poi si infetta di nuovo, ma quanti di quelli immunizzati finiscono in rianimazione e muoiono perché è questo l'obiettivo dell'immunizzazione e non il fatto che il virus non circoli". Sul tema in effetti c'è molta confusione. Colpa anche di noi giornalisti che evidentemente non abbiamo esposto la materia in modo chiaro.
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Le manone che sfasciano il Paese
Che fessi che sono i nostri imprenditori, costretti a improvvisare nelle loro strategie o ad affidarsi a consulenti di provincia quando c’è la multinazionale americana McKinsey che spiega come spendere oltre 200 miliardi al prezzo straccione di 25mila euro. Tariffa un po’ troppo generosa anche in tempi di saldi da pandemia, e che rafforza le preoccupazioni sulla quantità di manine e manone all’opera per spartirsi i soldi europei già sottratti alla gestione dell’ex premier Conte. Miliardi sui quali grava già un terribile indizio: la quasi totalità dei ministri chiamati da Draghi sono del Nord, e siccome non c’è politico che non pensi prima di tutto al proprio orticello elettorale, c’è un rischio fortissimo che il grosso della spesa vada al Settentrione e le briciole al Sud. Una ripartizione che non sarebbe una novità, ma che in questa fase storica può mettere le basi per la disgregazione del Paese. Se le aziende del Nord sono state certamente penalizzate dalla pandemia e devono recuperare il Pil perduto, quelle del Sud semi-morenti prima del Covid sono state rase al suolo.
Destinando quindi tutto il cucuzzaro alle regioni locomotiva – come spingono la Confindustria, la grande finanza e le multinazionali stile McKinsey – le ancoreremo alla Germania e al Centro Europa, mentre al resto della nazione non rimarrà che saldarsi all’Africa. Per un’Italia già così segnata dalle diseguaglianze, questo sarebbe il colpo di grazia. L’Unità della nazione che svanisce. Il disegno della Padania che vince.
I genitori di Renzi saranno processati per bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Rinviati a giudizio insieme ad altri 14 imputati per il fallimento di tre cooperative
I genitori del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Firenze, insieme ad altri 14 imputati, nell’ambito dell’inchiesta riguardante il fallimento delle cooperative “Delivery Service Italia”, “Europe Service” e “Marmodiv”. I reati ipotizzati a vario titolo sono bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false. Si tratta dell’inchiesta che due anni fa portò agli arresti domiciliari i genitori dell’ex premier (leggi l’articolo). Il processo comincerà il primo giugno a Firenze. Secondo le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco, Tiziano Renzi e sua mogli sarebbero stati amministratori di fatto delle tre cooperative finite al centro degli accertamenti dopo essere fallite, tramite persone di fiducia o comunque condizionando le decisioni prese all’interno delle stesse società.
Ristoratori più furibondi di prima. Ma è vietato disturbare Supermario. Conte era linciato ogni giorno a reti unificate. Ma con Draghi gli esercenti imbufaliti non fanno notizia
Пролетарии всех стран, соединяйтесь! “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”, scrivevano Marx ed Engels nel Manifesto del Partito Comunista. Ora potremmo dire: “Ristoratori di tutto il mondo, unitevi!”. In tempi di pandemia infatti, una categoria ha fracassato più delle altre i cabbasisi, come direbbe il Montalbano del grande Andrea Camilleri. Premesso che la crisi economica dispiace a tutti perché è un danno in primis per il sistema Italia, i ristoratori hanno esagerato nelle lamentazioni non perché non siano stati duramente colpiti adesso, ma perché – soprattutto rispetto a tante altre categorie – hanno in media guadagnato vagonate di denaro nei tempi d’oro (cioè sempre), almeno dal 1920, periodo della precedente pandemia, la famosa Spagnola. Ed allora però, nei tempi belli dei soldi facili, non si lamentavano. Ricordano un po’ lo snobismo puzzardino con cui i veneziani guidati dal filosofo Massimo Cacciari giudicavano la marea umana dei turisti che invadevano la bellissima città lagunare. Ed ora la rimpiangono amaramente. E certo quando c’è abbondanza si tende a levitare e a scordarsi della terra dove stanno gli altri.