La situazione dei contagi spaventa. Siamo di fronte alla terza ondata di contagi da Covid -19 alimentati dalle varianti che hanno carattere epidemiologico diverso, colpendo ora i più giovani che trasmettono poi l’infezione agli adulti e agli anziani. Il quadro cromografico dell’Italia è un caleidoscopio di colori in continua mutazione, bianco, giallo, arancione chiaro, arancione scuro, rosso chiaro, rosso scuro e chi più ne ha più ne metta. L’ultimo Dpcm di Draghi appena varato il 6 marzo scorso e che doveva durare fino a Pasquetta salterà a brevissimo, mentre il Cts ha definito nuovi vincoli numerici in automatico per definire i colori delle regioni. Ieri un videomessaggio del presidente del Consiglio Mario Draghi ha preparato la strada all’inasprimento delle misure. Alcune considerazioni, a questo punto, sono d’obbligo. Giuseppe Conte è stato tanti criticato da Matteo Renzi e da Matteo Salvini perché governava – dissero – a colpi di Dpcm e videomessaggi. SILENZIO DI TOMBA La stessa identica cosa che sta facendo il nuovo premier con l’aggravante, per giunta, di far scattare in automatico le restrizioni. Due pesi due misure. Dove sono ora i liberi cantori di Norimberga, cioè quello stuolo variegato e brancaleonico di oppositori professionali alle misure governative? Spariti nel nulla. Renzi tace, vergognandosi di quello che aveva detto su Conte, visto che ora Draghi fa lo stesso. Mentre Salvini emette ben ponderati e labili sussurri appena udibili alle orecchie più scaltre. E dov’è Sabino Cassese, insigne costituzionalista, che ogni giorno tuonava dai giornali contro la dittatura prossima ventura fatta a colpi di Dpcm? Sparito anche lui nel comprensibile imbarazzo.
Bologna in zona rossa. Merola: "State a casa o chiudo anche i parchi". Genitori in rivolta: "Chi ci aiuta con le scuole chiuse?"
E' il primo giorno di zona rossa a Bologna. Ma tutta l'Emilia-Romagna va verso il rosso, probabilmente da lunedì. Oggi i sindaci si riuniranno con la Regione. Protestano i genitori con figli piccoli: "Abbandonati con le scuole chiuse, siamo allo stesso punto dello scorso anno". Le famiglie chiedono che rimangano aperti i parchi. La Regione ha lasciato la decisione ai sindaci. E Merola avverte: "Ho già avvisato tutti i cittadini di andare nei parchi vicino casa" ma "se non ci saranno comportamenti adeguati ne prenderò atto con un'ordinanza di chiusura". Con gli spostamenti limitati a esigenze di lavoro, necessità e salute, ma con nidi e materne ancora aperti (l'ultimo giorno di didattica sarà domani, chiudono da lunedì). Per il sindaco Virginio Merola, che di fronte ai numeri galoppanti dei contagi e soprattutto dei ricoveri ha spinto la Regione per un provvedimento immediato, è l'occasione per ribadire che tale scelta "era inevitabile e necessaria perché la pressione sul sistema ospedaliero è troppo forte: stanno aumentando i contagi e quindi bisogna chiudere", e per invitare "ancora una volta tutti i cittadini a rispettare la distanza di sicurezza, l'obbligo della mascherina: bisogna ridurre al massimo i contatti personali e quindi uscire per motivi di lavoro, di necessità, e di salute.
Lotteria scontrini, 11 marzo prima estrazione. Come iscriversi (se non l’avete ancora fatto)
4 milioni di italiani in attesa dell’estrazione. Oltre 4 milioni di persone hanno richiesto il codice necessario per la partecipazione alla lotteria degli scontrini, mentre il numero di transazioni valide per la prima estrazione mensile - in programma l’11 marzo - «è pari a 16.958.486». Questi i dati i dati illustrati dal sottosegretario all’Economia, Maria Cecilia Guerra, in risposta all’interrogazione presentata da Gian Mario Fragomeli (Pd) in Commissione Finanze alla Camera. «A fronte del numero di registratori telematici attualmente attivi, pari a 1.485.477 unità - ha deto Guerra - 304.386 hanno inviato i dati ai fini della partecipazione della lotteria». In vista della prima estrazione mensile, fissata per giovedì 11 marzo e relativa agli scontrini emessi dall’1 al 28 febbraio (in palio 10 premi da 100 mila euro per chi compra, e altrettanti premi da 20 mila euro per chi vende), ecco un veloce ripasso su come funziona la Lotteria degli scontrini. La Lotteria degli scontrini è una lotteria gratuita dello Stato collegata agli acquisti effettuati senza contanti, quelli cioè fatti con strumenti di pagamento elettronici. Per partecipare occorre avere il “codice lotteria”, un codice a barre e alfanumerico che si ottiene sull’apposita piattaforma online: www.lotteriadegliscontrini.gov.it. Per partecipare basta esibire il proprio codice all’esercente al momento dell’acquisto.
La Lombardia è in piena emergenza. De Rosa (M5S): “Draghi intervenga al più presto. I disastri della giunta Fontana sono un problema per il Paese”
“Assenza di tracciamento, piano vaccini lento e disastroso, la piattaforma Aria, costata 22 milioni di euro, che non funziona e viene cestinata, le bugie di Fontana, che solo due settimane fa voleva riaprire le piste da sci mentre nel bresciano imperversava la variante inglese, smentite dai verbali del suo stesso Cts”. E’ quanto dichiara in una nota il capogruppo M5S in Regione Lombardia, Massimo De Rosa, commentando l’ordinanza che dispone l’ingresso della Lombardia in zona arancione rafforzata (leggi l’articolo). “La Lombardia – aggiunge De Rosa – da stanotte diventerà zona arancione rafforzato. Il centrodestra che governa Regione Lombardia si dimostra ogni giorno più inadeguato nel gestire l’emergenza pandemica. Chi amministra deve essere chiamato a rispondere delle proprie responsabilità. Riteniamo che il presidente del Consiglio Mario Draghi debba intervenire al più presto, al fine di riportare ordine e competenza ai vertici di una Giunta che continua commettere errori e soprattutto brancola nel buio priva di qualsiasi strategia. I disastri del centro destra in Lombardia sono un problema per il Paese. Se non riparte la Lombardia non riparte l’Italia. E la Lombardia non può ripartire con al collo il macigno rappresentato dall’inadeguatezza di chi la governa”.
La "dittatura sanitaria" improvvisamente scomparsa. Che differenza c’è tra il Dpcm di Draghi e i decreti ministeriali di Conte?
Il decreto ministeriale del nuovo premier è molto simile nell’impianto a quello del suo predecessore. Alcuni articoli sono identici. Ma quello che è cambiato davvero è il clima politico. Oggi nessuno grida più alla dittatura sanitaria anche se il nuovo presidente del Consiglio usa gli stessi metodi del vecchio inquilino di Palazzo Chigi. Il Dpcm di Draghi somiglia troppo a quelli di Conte? Il decreto ministeriale 2 marzo 2021 è stato il primo del presidente del Consiglio in carica e a quanto pare rischia anche di essere l’ultimo, visto che Palazzo Chigi ha fatto trapelare in risposta alla critica di utilizzare lo stesso metodo dell’Avvocato del Popolo che ha scelto questo strumento legislativo a causa dello scarso tempo a disposizione, ma che nella prossima occasione utilizzerà il decreto legge.Il Dpcm di Draghi somiglia troppo a quelli di Conte? Qual è la differenza tra decreto legge e Dpcm? Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri è un atto amministrativo emanato dal capo del governo nell’esercizio della sua funzione che non viene sottoposto ad alcun intervento di verifica. In questo ambito, poi, ai prefetti spetta monitorare sul rispetto delle misure adottate, potendo avvalersi sia delle forze dell’ordine, sia delle forze armate. Il decreto legge è invece un atto normativo di carattere provvisorio dell'ordinamento giuridico italiano avente forza di legge, adottato in casi straordinari di necessità e urgenza dal governo ai sensi dell'Art. 77 della Costituzione della Repubblica Italiana. Entra in vigore immediatamente dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Italiana (o il giorno successivo), ma i decreti-legge perdono efficacia (ovvero decadono) se mancano di contenere la "clausola di presentazione al Parlamento per la conversione in legge", se il giorno stesso della promulgazione - o entro i cinque giorni seguenti - non sono presentati al Parlamento, e se il Parlamento stesso non li converte in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione.
La Lombardia passa in zona arancione rafforzato da mezzanotte. Scuole chiuse da domani. L’ordinanza di Fontana sarà in vigore fino al 14 marzo
La Lombardia passa in zona arancione rafforzato dalla mezzanotte di oggi. L’ordinanza della Regione, che il governatore Attilio Fontana ha firmato questa mattina, prevede anche la chiusura delle scuole, ad eccezione dei nidi, a partire da domani. Il provvedimento, in vigore fino al 14 marzo, oltre al resto delle restrizioni, prevede anche il divieto di utilizzare le aree giochi e sport all’interno dei parchi e di recarsi nelle seconde case. La decisione, si legge nell’ordinanza di Fontana, è stata assunta valutando “l’andamento della situazione epidemiologica sul territorio e le peculiarità del contesto sociale ed economico e considerato che la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani”. “La Commissione indicatori Covid-19 Regione Lombardia – ha spiega lo stesso presidente – a seguito dell’analisi dei dati effettuata, ha condiviso la necessità di superare la differenziazione tra aree assumendo interventi di mitigazione rinforzati per tutto il territorio regionale con l’obiettivo, oltre che di contenere l’incremento di contagi, di preservare le aree non ancora interessate da una elevata incidenza”.
“Parte la terza ondata: casi aumentano in 94 province su 107. Zone rosse locali in ritardo”. L’ultimo monitoraggio di Gimbe sul Covid-19
La fotografia scattata dal monitoraggio settimanale della Fondazione restituisce un nuovo allarme sulla capacità di anticipare la crescita della curva epidemiologica: "Nel nuovo Dpcm - sintetizza la Fondazione - nessuna nuova strategia per contenere l'epidemia". Il presidente Cartabellotta: "Gli amministratori locali continuano a ritardare le chiusure se non davanti a un rilevante incremento dei nuovi casi, quando è ormai troppo tardi". I numeri sono inequivocabili: “Parte la terza ondata”. E la risposta, di fronte alla “vertiginosa accelerazione” impressa dalle varianti, è un “temporeggiare inutilmente” nell’istituire le zone rosse locali, mentre i numeri sono “in crescita” sul fronte degli ospedali e delle terapie intensive. La fotografia scattata dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe restituisce un nuovo allarme sulla capacità di anticipare la crescita della curva epidemiologica: “Nel nuovo Dpcm – sintetizza la Fondazione – nessuna nuova strategia per contenere l’epidemia, eccetto l’ennesima battuta d’arresto per la scuola”. Mentre la campagna vaccinale “non decolla”.
Sveglia! Sono spariti i ristori.
Avrà pure la bacchetta magica, come giornaloni e talk show tv ci fanno credere da un mese, ma al momento l’unico prodigio riuscito a Mario Draghi è aver fatto sparire i ristori alle imprese chiuse per Covid. Sempre pochi rispetto alle attese e talvolta in ritardo, gli aiuti erogati dal governo precedente per lo meno avevano dato un po’ di sollievo. Ossigeno che l’uscita di Conte da Palazzo Chigi ha chiuso chissà per quanto. Il decreto Ristori 5 è in alto mare e lo scostamento di bilancio da 32 miliardi fatto approvare in Parlamento dall’Esecutivo giallorosso resta inutilizzato, nell’attesa che i nuovi ministri si mettano d’accordo su chi beneficiare di più con questo tesoretto. A sentire i leader e i sottopancia dei partiti che fino a gennaio scorso stavano all’opposizione, adesso sarà sempre Natale e festa tutto l’anno, perché una fetta importante andrà alle partite Iva, una fetta ancora maggiore al turismo, col grosso si pagherà la Cassa integrazione e con tutto il grasso che resta si darà molto più di prima a ristoratori, palestre, estetisti, artisti e compagnia cantando. La propaganda delle destre e dei loro infiltrati a sinistra – vedi alla voce Italia Viva – funziona così: più prendono in giro gli italiani più hanno consenso. Ma a venti giorni dal giuramento del nuovo premier qualcuno comincerà pure a svegliarsi, e dopo essersi infinitamente rallegrato insieme a Salvini, Renzi e Meloni per il cambio del commissario Arcuri e del capo della Protezione Civile Borrelli magari verificherà se gli è arrivato in tasca un solo euro in più, se si sono fatti concreti passi avanti sulle vaccinazioni o se è improvvisamente finita la pandemia.
Chi spera nella vecchia mangiatoia
Mezza Lombardia è zona quasi rossa, Bologna potrebbe diventarlo presto, le varianti stanno spingendo ovunque i contagi ma Salvini, Meloni, Renzi e compagnia cantando festeggiano. Il premier Draghi ha sostituito il commissario all’emergenza Arcuri con un generale dell’esercito, come se il virus si potesse prendere a cannonate. Ai leader della destra e degli italo-morenti infiltrati a sinistra però va bene così: tutto è concesso pur di cancellare le tracce di Conte e dell’enorme lavoro fatto dal suo governo per mettere in sicurezza il Paese mentre la Lega fomentava le piazze contro le chiusure di ristoranti e palestre, oppure organizzava convegni al Senato per negare la pandemia, quando non viroloveggiava affermando che non c’era bisogno delle mascherine. Gli stessi che nei talk show televisivi parlavano di dittatura sanitaria e di abuso dei Dpcm adesso non hanno niente da dire se il nuovo Presidente del Consiglio fa copia e incolla degli atti del suo predecessore, e per far finta di cambiare qualcosa nomina l’ex capo della polizia ai Servizi, ricicla un suo fedelissimo alla Protezione Civile, e affida a un militare i poteri dello stato d’emergenza per la pandemia. Per molto meno in altri Paesi si parlerebbe apertamente di dittatura senza bisogno di specificare se sanitaria o autoritaria.
Chi prende in giro gli italiani
Se non è zuppa è pan bagnato. Ma gli italiani sempre a dieta restano. Con un’autentica mandrakata – d’altra parte non tutti sono Draghi – il premier si prepara a cambiare nome ai “ristori”, che diventeranno “sostegni”. Una riforma tutt’altro che epocale, per non parlare di presa in giro, con cui dovremmo dimenticare un dettaglio: da quando hanno fatto fuori Conte da Palazzo Chigi i flussi di denaro alle imprese chiuse per Covid sono praticamente fermi. Nomina i ministri, assumi i dirigenti, litiga sui sottosegretari: la politica da settimane sta pensando solo a questo, e persino i provvedimenti più urgenti sono in gran parte bloccati. Prendiamo la sospensione delle cartelle esattoriali – 50 milioni di avvisi che la precedente maggioranza giallorossa aveva più volte posticipato – e che a meno di un miracolo lunedì saranno recapitate ai contribuenti, compresi quelli che per gli effetti della pandemia non hanno più occhi per piangere. Dopo averci lucrato per mesi, accusando il precedente Governo di tenere questa spada di Damocle sulla testa degli italiani, ora Lega e Forza Italia non hanno saputo fare di meglio che affidarsi a un ordine del giorno su una nuova proroga. Nel frattempo i 32 miliardi dello scostamento di bilancio fatto passare sempre dall’Esecutivo Conte restano nelle casse del Tesoro, in attesa che il neo ministro Franco cominci a metterci mano. Questi, e molti altri ancora, sono i danni fatti da Renzi, con la complicità delle destre e di un sistema mediatico in gran parte in conflitto d’interessi. Senza addentrarci nell’altra emergenza – la campagna vaccinale – il cambio dell’Esecutivo, dunque, sta presentando il conto. Un fardello a cui ormai non possiamo che rassegnarci, ma che non ci obbliga ad essere pure presi per i fondelli.
Imprese e famiglie stremate. Per i ristori non c’è fretta. In due mesi non si è visto un euro dei 32 miliardi stanziati da Conte. Servono ancora 7-10 giorni
Servono ancora giorni al governo Draghi – dai 7 ai 10 – per rispondere alla crisi economica che attanaglia famiglie, lavoratori e imprese. Una situazione che, con le nuove restrizioni dei Dpcm, diventa sempre più urgente. La settimana prossima viene indicata come l’orizzonte temporale per chiudere il lavoro sul decreto “Sostegno”, che sarebbe stato il quinto decreto Ristori del precedente governo. Il Parlamento ha autorizzato uno scostamento di 32 miliardi di euro, che già molti cominciano a considerare insufficiente. Mario Draghi ha spiegato che occorre scegliere quali attività hanno bisogno di protezione e quali invece devono essere accompagnate al cambiamento. Tutti siamo in attesa di capire come questo postulato si tradurrà in cifre e “sostegni”. Settore alberghiero e ristorazione, turismo, con particolare attenzione alla montagna, trasporti ma anche tutte le attività costrette alle nuove chiusure nelle nuove zone rosse dovrebbero trovare ossigeno col nuovo decreto. Si ragiona sulla modalità della distribuzione degli indennizzi.
Cosa sa di te WhatsApp? C’è un modo (semplice) per scoprirlo
Non sono stati mesi semplici per WhatsApp quelli che hanno aperto il 2021. Il popolare servizio di messaggistica istantanea è stato infatti travolto da un polverone senza precedenti in merito alla protezione dei dati personali che offre ai suoi oltre due miliardi di utenti globali. Tutta «colpa» delle nuove condizioni d’uso, la cui entrata in vigore era stata annunciata in un primo momento per l’8 febbraio per poi essere posticipata al 15 maggio. Tempo di fornire i necessari chiarimenti alle autorità e di informare con maggior chiarezza gli utenti sulle novità in arrivo, anche tramite la sezione «Stato». Al netto del conseguente boom di app concorrenti quali Telegram e Signal, tuttavia, in molti potrebbero (legittimamente) pretendere un quadro della situazione più approfondito. Come noto, d’altronde, il Gdpr europeo parla chiaro: è obbligo di qualsiasi piattaforma consentire agli utenti pieno accesso alle informazioni che li riguardano.
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Ora Salvini si crede Draghi. Tratta con San Marino per acquistare altri vaccini. Il leader della Lega fuori controllo vuole abolire pure il Codice degli appalti. Lobby e corrotti si fregano le mani
All’emergenza Covid, al posto di Domenico Arcuri, da ieri c’è un nuovo commissario straordinario, il generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, che ovviamente si dovrà occupare anche del piano vaccinale in ogni suo aspetto, dalle strategie di approvvigionamento dall’organizzazione, ma il leader della Lega Matteo Salvini ha già una sua agenda in merito. Ma ieri ha parlato anche di usura, codice di appalti, immigrazione, musei e teatri, lavoratori dell’Eni. Insomma, lo scibile umano. In un solo giorno. Andiamo con ordine: in mattinata Salvini da Cagliari parlando con i cronisti in tribunale dove è atteso per un processo nel quale è parte lesa, interviene sul tema vaccini: “Sul fronte vaccini l’Italia si muova per conto suo, altrimenti non ne usciamo. Visto che i vaccini non arrivano dall’Europa, allora è giusto andare a cercarli laddove ci sono – ha chiarito – anche oggi ho sentito tre Regioni che stanno andando lente sul piano di vaccinazione perché mancano le fiale”. Quindi, ha ribadito, “o arrivano quelli previsti o è giusto guardare altrove”. E dalle parole è passato anche ai fatti, tanto è vero che ci fa sapere di aver “parlato direttamente con il ministro della Salute di San Marino, Roberto Ciavatta” ed è “pronto a incontrare lui e altri esponenti del suo governo”.
Sale l’incidenza di casi tra gli under 20. Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia supera quella delle fasce di popolazione più adulte
L’incidenza dei casi di Covid-19 nella fascia sotto i 20 anni, a partire dalla fine di gennaio, ha superato, per la prima volta dall’inizio dell’epidemia in Italia, le fasce di popolazione più adulte, e a febbraio è rimasta leggermente piu’ alta. E’ quanto emerge dal “Focus sull’età evolutivà” che l’Istituto superiore di Sanità ha presentato venerdì scorso al Comitato tecnico scientifico. L’incidenza di gennario/febbraio è stata intorno ai 150 casi per 100mila abitanti. Il valore più alto è registrato fra i 13-19 anni, poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti, mentre nei più piccoli è minore. Nelle fasce di età più giovani, fra i casi diagnosticati, rimangono pochissimi quelli gravi, mentre quelli lievi sono circa il 60% e il resto sono pauci sintomatici. Il rapporto dell’Iss ha censito anche il numero assoluto dei casi nella fascia di età sotto i 20 anni, che sono stati sopra i 106mila a novembre per poi scendere a circa 61mila sia a dicembre che a gennaio. Sempre a novembre si è raggiunto il picco di ricoveri in terapia intensiva per queste fasce, 53, scesi poi a 25 a dicembre e 21 a gennaio. Stesso andamento per i decessi, otto a novembre.
Covid, l’allarme di Galli: “Con le varianti il virus può infettare oltre 1 metro e mezzo”
“La variante inglese diventerà prevalente, se già non lo è”. Lo ha affermato Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, intervenendo ad Agorà su Raitre. “Una velocità di trasmissione maggiore del 37 o del 40% – ha spiegato Galli – vuol dire che probabilmente il virus va anche più lontano del solito metro e mezzo e infetta più efficacemente bambini e ragazzi anche se per fortuna non sembra più capace di ammazzare”. “Una concentrazione magari anche inferiore delle famose goccioline – ha aggiunto l’infettivologo – riesce ad arrivare qualche centimetro più in là e ad arrivare ugualmente ad infettare per la maggiore affinità di questa variante per i nostri recettori cellulari. Sono ipotesi che hanno una loro logica e che ci spaventano in modo particolare”. “Le cose non stanno andando per niente bene. Certi comportamenti sono a dir poco sciagurati, frutto dell’illusione di aver messo alle spalle qualcosa che invece abbiamo ancora davanti.
Roma, via libera ad assunzioni Atac entro la fine dell'anno: 330 nuovi autisti e 82 operai
Raggi: "In due anni sono circa 800 dipendenti in più". Roma Capitale ha dato il via libera al piano delle assunzioni di Atac per il 2020: l'azienda di trasporto pubblico locale potrà contare su 330 nuovi autisti e 82 operai da inserire nell'organico entro fine anno. Lo prevede una delibera di Giunta capitolina, che autorizza il rappresentante dell'amministrazione a esprimere parere favorevole al piano durante la prima Assemblea ordinaria dei soci di Atac. Lo rende noto un comunicato. "Il risanamento di Atac passa anche attraverso l'assunzione di nuovi dipendenti - sottolinea la sindaca di Roma, Virginia Raggi - nuova forza lavoro a sostegno dell'azienda. Oltre ad aver aumentato la flotta, il piano prevede l'arrivo di 412 nuove risorse per il 2020, solo nel 2019 abbiamo assunto 250 autisti e 135 operai. In due anni sono circa 800 dipendenti in più. Grazie al percorso avviato abbiamo comprato nuovi bus e ricominciato ad assumere. Un bel risultato per un'azienda che abbiamo trovato con oltre 1,3 miliardi di debiti".
27,6 MILIONI DI EURO DI ‘TASSE’ RECUPERATE PER LE CASSE DI ROMA CAPITALE
Oltre 27,6 milioni di euro di ‘tasse’ recuperate per le casse di Roma Capitale, che sarebbero rimasti incagliati nella durata dei relativi contenziosi tributari generando costi di gestione. È questo il risultato per quest’anno della ‘pace fiscale’. Ringrazio gli uffici coinvolti e i cittadini che si sono avvalsi della possibilità, consentita dall’Amministrazione in base alla legge, di rinunciare a proseguire nelle controversie instaurate su Imu (imposta municipale propria), Tari (tariffa sui rifiuti) e Cip (canone iniziative pubblicitarie), solo per citare alcuni tributi, pagando un importo ridotto rispetto a quello previsto. Anche per il 2019 Roma Capitale ha adottato, infatti, con delibera dell’Assemblea Capitolina, la ‘definizione agevolata delle liti tributarie pendenti’. In sostanza i cittadini interessati presentando un’istanza di adesione e versando una somma ridotta, in relazione al grado e all’esito della lite, hanno potuto chiudere la loro posizione con il fisco.
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Cosa si nasconde dietro il patto Berlusconi-Salvini e la nascita del governo Draghi
Quell’incontro dello scorso 10 febbraio tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi a villa Zeffirelli fu fatto passare per una mera chiacchierata tra amici con tanto di ‘gaffe’ e di replica piccata della Meloni. Ma non andò esattamente così. Salvini e Berlusconi non parlarono solo e soltanto del nascituro governo Draghi ma fecero molto di più. Parlarono anche di cosa fare in caso di elezioni che qualcuno dalle parti del centrodestra spera arrivino prima del previsto, ovvero subito dopo l’elezione del capo dello Stato. Ed per questo, dicono i maligni che “Salvini sembra già essere in modalità campagna elettorale” tanto che alcuni si spingono persino ad ipotizzare un “patto tacito” tra Salvini e Draghi (grazie a Giorgetti): il governo in cambio del Quirinale. Questo spiegherebbe tutto della repentina e per certi versi incomprensibile svolta “responsabile” ed europeista del leader leghista. Ma torniamo a quel 10 febbraio. “Un colloquio “lungo e cordiale”, così lo definirono le agenzie, con tanto di foto che sembrava voler simboleggiare un rinnovato asse. L’unica stonatura arriverà più tardi in un comunicato del partito di via Bellerio, in cui si confermava la disponibilità a far nascere l’esecutivo dell’ex Presidente Bce sia “come Lega che come centrodestra”.
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Salvini ed il Ponte sullo Stretto. Dal 2016 al 2021.
Il Cazzaro vero. “Il Ponte sullo Stretto? Parecchi ingegneri dicono che non sta in piedi. E il 90% delle ferrovie in Sicilia è a binario unico e la metà dei treni va a gasolio. Non vorrei spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare quando sia in Sicilia sia in Calabria non ci sono i treni. Aveva ragione Renzi quando era un altro Renzi, nella vita precedente, che diceva: quei soldi usiamoli per sistemare le scuole. Sono d’accordo col Renzi vero e non col Renzi falso” (Matteo Salvini, segretario Lega, L’aria che tira, La7, 1.10.2016). “Il Ponte sullo Stretto sarebbe un salto nel futuro, un gemellaggio tra i sindaci di Genova e Reggio Calabria” (Salvini, 22.6.20). ”Nessun via libera di Salvini al Ponte sullo Stretto. Opinioni diverse attribuite al segretario della Lega Nord sono destituite da ogni fondamento. Più volte Salvini ha espresso profonde criticità sull’opera” (nota della Lega, 23.6.20). “Il Ponte sullo Stretto? Io ci credo. Potrebbe chiamarsi Ponte Draghi” (Salvini, 18.2.21). Non ho detto ciò che ho detto e, se l’ho detto, mi sono frainteso.
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Nuovo DPCM Draghi? Identico a quelli di Conte. Oggi cambia solo che il Recovery lo gestiscono Giorgetti, Brunetta e Gelmini
Ma vi ricordate quando Salvini protestava sotto Montecitorio per le “misure presentate in Tv invece che in Parlamento”? Era dicembre 2020, ma erano anche tutti i mesi precedenti. E quando Renzi si opponeva con tutte le sue forze contro la chiusura di teatri e ristoranti? Era ottobre e mentre la seconda ondata correva veloce, il leader di Italia Viva pensava alle sue mosse per ritirare le sue due ministre prima e per far cadere il governo poi. I Dpcm attuati da Giuseppe Conte negli ultimi mesi sono stati sotto il segno della prudenza a causa del picco dei contagi dopo l’estate e dell’avanzare delle varianti in autunno. In buona sostanza: ristoranti chiusi, coprifuoco, stop agli spostamenti tra Regioni, o ancora lo stivale diviso tra zone rosse, arancioni e gialle. Beh, i primi provvedimenti presi da Mario Draghi in materia Covid ricalcano esattamente quella strada. Peccato che ora Lega e Italia Viva siano magicamente d’accordo.
Tasse e bollette, da oggi serve lo Spid per i pagamenti: cosa cambia
Novità "attive" dalle prossime ore. Da oggi 1 marzo 2021 per pagare tasse e bollette online sarà necessario avere lo Spid o la carta d'identità elettronica (Cie). Entro il 28 febbraio le amministrazioni italiane e i gestori dei servizi pubblici hanno dovuto rendere disponibili i pagamenti elettronici utilizzando la piattaforma pagoPa. Il passaggio è graduale, per oggi è ancora possibile accedere con le vecchie credenziali, alle quali però bisognerà gradatamente disabituarsi perché dal 30 settembre verranno dismesse. La rivoluzione digitale dei rapporti tra Pubblica amministrazione e cittadini. Servirà una delle modalità di identificazione e autenticazione riconosciute per i servizi online. Addio di fatto Fisconline e pin per entrare nei servizi dell'Agenzia delle Entrate, bisogna avere Spid - l'identità digitale del cittadino - oppure la Carta d'identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi. La rivoluzione digitale dei rapporti tra Pubblica amministrazione e cittadini scatta in queste ore. Lo Spid è il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Consiste di un sistema basato su credenziali personali che, grazie a delle verifiche di sicurezza, permettono di accedere ai servizi online della Pubblica amministrazione e dei privati aderenti.
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Di Maio blinda il Raggi bis. La ricandidatura della sindaca di Roma non è negoziabile
Se non fosse abbastanza chiaro, il Movimento appoggia la ricandidatura della sindaca Virginia Raggi (nella foto). “Per noi la Raggi a Roma non è negoziabile” ha tagliato corto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervistato su Facebook dal giornalista Andrea Scanzi. “Ci sono sette grandi città che vanno a votare” e per questo “sono sei mesi che chiedo un tavolo” perché “se non ci sediamo e discutiamo” con gli alleati, rischiamo che “il patrimonio costruito nel Conte II venga definitivamente disperso”, prosegue il grillino sottolineando come manchi ancora un coordinamento con i dem sia a livello nazionale che territoriale. “Il tema non è che il Pd deve venire verso di noi o noi verso di loro ma l’avere un progetto comune” ha concluso Di Maio.
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Il Movimento riparte da Conte. L’ex premier scioglie le riserve e accetta la proposta di Grillo per rinnovare il partito
La decisione è maturata nel corso del vertice di 3 ore tenuto a Roma in presenza del garante di M5S e dei vertici del partito. Il rinnovamento dei grillini punterà sulla transizione ecologica, l’etica pubblica, la lotta alle disuguaglianze e la democrazia diretta. Giuseppe Conte avrà un ruolo di primo piano nel Movimento 5 Stelle per un “progetto rifondativo”. Questo l’esito di un vertice che si è tenuto all’hotel Forum, a Roma, e durato circa 4 ore. Presenti, oltre allo stesso ex premier e al garante del movimento, Beppe Grillo, tra gli altri Vito Crimi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il presidente della Camera Roberto Fico, i capigruppo al Senato e alla Camera, Ettore Licheri e Davide Crippa, l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, mentre il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli era collegato in videconferenza. Adesso si apre il fronte di una possibile modifica statutaria e dell’eventuale via libera degli iscritti tramite la piattaforma Rousseau. Proprio da Rousseau a meta’ febbraio era arrivato l’ok alla nuova governance, con il superamento del capo politico e l’istituzione di un direttorio a cinque. “Bellissima giornata. Tutte le cose che non verranno pubblicate sono vere”, commenta su Twitter il garante del M5S, Beppe Grillo. “Giuseppe Conte ha raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle. Una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050”, scrive su Facebook il MoVimento 5 Stelle. “Il Movimento sara’ la forza trainante della transizione ecologica e digitale, poggiando però su pilastri insostituibili, quei valori originari che lo hanno sempre contraddistinto – prosegue il post -: la tutela dell’ambiente, l’importanza dell’etica pubblica e della lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali, la lotta contro le rendite di posizione e i privilegi, la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita democratica attraverso il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta”.
Ci fregano di nuovo sui finanziamenti ai giornali
Ieri è stato molto utile fare un ripasso delle riforme non più rinviabili per avere finalmente anche in Italia un’informazione sana e accessibile a tutti. A fare l’elenco (leggi l’articolo) ci ha pensato Beppe Grillo, che sul suo blog ha messo in fila la rete pubblica della fibra, la copertura di tutto il territorio nazionale, comprese le aree dove gli operatori privati hanno poco o niente da guadagnare, il 5G, il wi-fi gratis e lo sviluppo delle nuove tecnologie, fino alla politica fuori dalla Rai, l’eliminazione dei contributi pubblici all’editoria, il superamento della legge Gasparri e altro ancora. Tutto giusto, tutto bello, se non fosse che tra i suoi primi atti la nuova maggioranza ha rinviato di due anni la fine del finanziamento dello Stato a una serie di giornali. Quella che è da sempre una battaglia dei Cinque Stelle, e che permetterebbe a giornali liberi e sani come La Notizia di competere ad armi pari con gli altri quotidiani, è stata calpestata – a grosse spese dei contribuenti – per tenere in vita fogli che da soli non resisterebbero un minuto sul mercato, e che per questo difendono il sistema con le loro bugie e cospargono di letame chi può permettersi di raccontare i fatti e analizzarli con sincerità.
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La ricetta di Draghi contro il Covid? Copiare Conte. E tutti zitti
Per mesi hanno preso clamorosamente per i fondelli gli italiani, dicendo che Giuseppe Conte affamava i ristoratori e si accaniva sulle palestre, ammazzava i cinema e seppelliva i centri commerciali, dove non c’era nessun rischio ad aprire in sicurezza. Poi arrivati al governo con la complicità dei renziani che cosa fanno Lega e Forza Italia? Confermano insieme a Mario Draghi le stesse chiusure di prima, e nelle zone rosse le aumentano pure. Una totale ammissione delle stupidaggini che dicevano prima o del voltafaccia di adesso, fate voi. D’altra parte parliamo delle stesse forze politiche che a inizio della pandemia contestavano persino l’uso delle mascherine, sostenevano i presidenti di Regione che volevano deroghe ai Dpcm sugli orari di ristoranti e bar (Calabria, poi bocciata dal Tar), aprire le discoteche (Sardegna), le piste da sci (Liguria e Lombardia), spostarsi tra i Comuni (Italia Viva), andare a cena quando e dove ci pare (opinionisti assortiti da talk show televisivi a tendenza sovranista, cioè quasi tutti).
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Cashback, la maggioranza si spacca sui "furbetti". Lega e Fi frenano sul superpremio: "Serve un intervento"
L'ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi va in ordine sparso sul cashback di Stato, il rimborso al 10% per le spese sostenute dai cittadini che pagano con moneta elettronica. Mentre si sono avviati i pagamenti relativi al periodo sperimentale di Natale, due questioni si impongono sul programma di stimolo alla digitalizzazione dei pagamenti. La più urgente è quella dei cosiddetti "furbetti del cashback", che fanno tanti micro-pagamenti (sono stati pizzicati alle pompe di benzina) per scalare la classifica del superpremio da 1.500 euro a semestre messo in palio per i 100 mila maggiori utilizzatori del denaro elettronico. In sottofondo, però, si levano voci critiche verso il programma nel suo complesso, mentre altre forze politiche lo difendono. Lo stop ai furbetti del SuperCashback.
Bonaccini: “Salvini ragionevole sulle riaperture”. E il leghista lo rilancia sui social. Ma in Emilia-Romagna i casi sono in aumento!
Sefano Bonaccini dice sì ai ristoranti aperti anche la sera, come proposto dal leader della Lega Matteo Salvini. “Dove le cose vanno in maniera migliore si può provare a dare un po’ di ossigeno, dove ci sono meno rischi, a queste attività”, concorda il presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, parlando oggi all’Aria che tira, su La7. Una proposta “ragionevole” dunque quella di Salvini, anche se il governatore Pd aggiunge “controlli più serrati” all’ipotetica riapertura a cena. A Bologna nella fiaccolata dei ristoratori per protesta contro le norme imposte al settore compariva lo striscione: “Pranzare e cenare non è contagiare”: i titolari chiedono la riapertura dei locali anche alla sera. Ma in Emilia-Romagna i casi sono in aumento. Ci sono zone critiche, come il Bolognese, dove i casi superano i 500 al giorno, e dove San Benedetto Val di Sambro rischia la zona rossa. “La situazione è preoccupante perché la terza ondata in tutta Europa c’è, qui la stiamo sfiorando”, sottolinea Bonaccini.
Retata nel Centrodestra abruzzese. Arrestati sindaco e vice di Celano. Nel giro di mazzette molti nomi noti della Marsica. Domiciliari a Santilli (FdI), carcere per Piccone (ex FI)
Finiscono in manette il sindaco di Celano (L’Aquila) Settimio Santilli e il vice sindaco, Filippo Piccone (nella foto), amministratori di centrodestra. Il primo, sovranista, va agli arresti domiciliari, il secondo in carcere a Vasto (Chieti). Il sindaco Santilli da novembre 2018 è passato a Fratelli D’Italia mentre il vice sindaco del comune marsicano, Piccone, per diversi mandati sindaco di Celano, è stato in quota Forza Italia sino al 2009 poi è passato al Popolo delle libertà, ma solo sino al 2013. In questo stesso anno è stato eletto deputato in Parlamento e ha compiuto un altro passaggio politico al Nuovo centro destra guidato da Angelino Alfano, poi nel 2017 Piccone confluisce ad Alternativa Popolare che abbandona e un mese dopo, esattamente il 22 dicembre 2017, la Camera dei deputati ha approvato a voto segreto le sue dimissioni. INTOCCABILI. Sono questi i due indagati di spicco, sui 56 totali, finiti al centro dell’operazione Acqua Fresca condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando della Provincia dell’Aquila, guidati dal Maggiore Edoardo Comandè.
Altro che Governo dei migliori, è il Governo dei conflitti di interessi !
Mi rendo conto che a chi ha abbassato le saracinesche del proprio negozio (e oggi non sa se e quando le tirerà su), a chi ha paura che le banche gli portino via la casa che ha impegnato per comprare nuovi macchinari per la sua azienda o ai titolari di palestre e piscine (e a tutti i loro dipendenti) – tra le categorie più martoriate degli ultimi mesi – importi poco o nulla del conflitto di interessi. Tuttavia è bene sapere che conflitto di interessi significa accentramento di potere, significa prevaricazione economica di taluni su altri, significa spreco di denaro pubblico. Essere in conflitto di interessi può determinare gli stessi effetti di corrompere, solo che nel nostro Paese è legale. È legale essere il presidente di una forza politica al governo e, contemporaneamente, possedere un impero mediatico capace di influenzare opinioni e diffamare avversari. È legale che un ministro della Repubblica si occupi della banca dove il padre è vice-presidente. È legale che un ex-Presidente del Consiglio, nonché segretario di un partito anch’esso al governo, nonché senatore della Repubblica, riceva fiumi di denaro da organizzazioni estere per “deliziare” platee estere, in conferenze estere. È legale che ministri dell’economia e delle finanze, nonché sottosegretari all’economia, nonché direttori generali del Tesoro, lascino incarichi pubblici (durante i quali si sono occupati del sistema bancario) per sedersi in ruoli apicali e strapagati nelle principali banche d’affari. È legale che il principale gruppo industriale italiano possieda contemporaneamente il più grande impero mediatico. Tutto questo oggi è legale, ma resta immorale, ed è ancor più immorale il fatto che si sia smesso di informare la pubblica opinione sulle conseguenze nefaste dei conflitti di interessi. Il governo Draghi non è il governo dei migliori, è il governo dei conflitti di interessi.
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Primo decreto Draghi contro la pandemia. Fotocopia del Conte 2. Prevale la linea della continuità. Ma stavolta nessuno protesta
“Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”, scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo. Il Governo Draghi ha applicato il principio. E chi si aspettava una vera e propria rottura col precedente premier Giuseppe Conte sarà rimasto deluso. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha prorogato le misure anti-pandemia già in vigore, aumentando le restrizioni previste nelle aree a più alto rischio. Una stretta “indispensabile”, l’aveva definita il ministro della Salute, Roberto Speranza, ricordando l’allarme lanciato dall’Istituto superiore di sanità sulle varianti Covid e sulla necessità di rafforzare le misure. Scontata quindi anche la riconferma delle altre restrizioni, come il blocco degli spostamenti: fino al 27 marzo resta quindi il divieto di muoversi tra le Regioni indipendentemente dal colore. “Dopo 12 mesi di annunci e conferenze stampa contrarie alle misure di Governo ci aspettavamo, che una volta entrati in maggioranza, i leghisti imponessero un cambio di direzione soprattutto per il divieto di spostamenti tra regioni che potrebbe penalizzare la Lombardia”, ironizza Gregorio Mammì, consigliere regionale M5S al Pirellone. Invece, “il neo ministro del Turismo Garavaglia, evidentemente, non ha saputo far valere le ragioni più volte sbandierate dalla Lega in ogni sede”. Una novità nel provvedimento c’è. Nelle zone rosse niente più visite ad amici e parenti. Resta nelle zone gialle e arancioni la possibilità, una sola volta al giorno, di andare in un’altra abitazione privata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni.
Più Reddito di cittadinanza. Ce lo chiede pure l’Europa. Bruxelles sconfessa Confindustria, Renzi & C. “Misura da rafforzare con gli aiuti del Recovery fund”
Uno dei motivi per cui il M5S ha deciso di sostenere il governo Draghi è difendere le sue battaglie, a partire da quella sul Reddito di cittadinanza. Al termine delle consultazioni col premier incaricato di formare il nuovo esecutivo, la preoccupazione di Vito Crimi e Beppe Grillo è stata quella di rassicurare che il “Reddito di cittadinanza non si tocca”. Al momento di congedarsi, l’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha ribadito che è “necessario assicurare piena continuità e realizzazione al Reddito di cittadinanza. Se l’Italia è riuscita a contenere l’impatto sociale ed economico della pandemia è anche grazie a questa riforma il cui ruolo è e sarà determinante per garantire la ripresa del nostro Paese”. E adesso è dall’Europa che arriva il riconoscimento al lavoro fatto dal M5S a sostegno dei più fragili. “Un riconoscimento che ci rassicura che la strada intrapresa sin qui è lungimirante, una misura che permette inclusione e giustizia sociale, e allo stesso tempo immette liquidità nell’economia”, scrive la pentastellata Paola Taverna. La novità di oggi è che il regolamento di istituzione del Recovery fund, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, spiega che il rispetto delle ultime raccomandazioni dell’Ue all’Italia è tra i principali parametri di cui la Commissione terrà conto nel valutare i Recovery plan nazionali. E che, viceversa, la mancata adesione a quei “suggerimenti” potrebbe comportare la bocciatura del documento necessario a ottenere le ingenti risorse provenienti da Bruxelles.
Ricucire è la vera sfida per i 5S
Dura lex, sed lex, d’accordo, e nel caso dei parlamentari Cinque Stelle che non hanno votato la fiducia al governo Draghi questo vale ancora di più, perché la conseguente espulsione è prevista dallo statuto accettato da tutti, e gli iscritti hanno dato un preciso mandato con il voto sulla piattaforma Rousseau. Ma c’è un ma. Sostenendo un premier che è stato il regista delle privatizzazioni selvagge degli anni ’90, ed entrando nella stessa maggioranza con Berlusconi e i due Mattei che hanno pugnalato Giuseppe Conte, il Movimento ha fatto il salto più difficile e pericoloso di sempre. Sia chiaro: a conti fatti ha scelto il male minore, perché dall’opposizione avrebbe visto i partiti dividersi i soldi europei senza poter bloccare nulla, mentre in poche settimane sarebbe stato smontato tutto il lavoro degli ultimi anni, dalla prescrizione al Reddito di cittadinanza, alle altre norme che la grande impresa non ha mai digerito come il decreto dignità. In più si è ottenuta la creazione di un super ministero della transizione ecologica, anche se lo smembramento delle Attività produttive si sta già arenando per le resistenze del ministro Giorgetti e soprattutto dei dirigenti del dicastero di via Veneto che stanno facendo le barricate per non essere “demansionati” confluendo nell’Ambiente.
- Il super cashback bloccato per i "furbetti" delle transazioni multiple?
- Grillo: “Roma ha ancora bisogno di Virginia Raggi, aridaje!”
- "Non leggo da 3 anni". Ma la Lega propone Borgonzoni sottosegretario all'Istruzione
- Di Maio: “Spero che il M5S possa accogliere Conte a braccia aperte il prima possibile perché incarna i nostri valori ed è una grande risorsa per il Paese”
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