computer 1200 690x362Il nuovo rapporto della Commissione: il 42% della popolazione ha solo una competenza di base, i laureati in discipline Ict sono l'1%. E arranca lo sviluppo della rete veloce. "L'entità dell’intervento pubblico messo in campo avrebbe dovuto condurre a risultati ben diversi", ha commentato l'amministratore delegato di Infratel, incaricata dell'attuazione della Strategia Italiana per la banda ultralarga.  L’Italia resta sempre più indietro in Europa nel grado di digitalizzazione dell’economia e della società, anche a causa della scarsa educazione tecnologica. L’edizione 2020 del rapporto europeo Desi, appena diffusa dalla Commissione, vede la Penisola scivolare di una posizione nella classifica dei Paesi Ue, scendendo dal 24esimo al 25esimo posto.

Peggio fanno solo RomaniaGrecia e Bulgaria. Ancora peggio se si guarda solo alla dimensione del capitale umano, quella cioè che riguarda le competenze digitali: nel 2019 l’Italia ha perso due posizioni e si colloca ora all’ultimo posto nell’Ue.   Se ci si concentra sugli indicatori di connettività, invece, il Paese è al 17esimo posto: tra 2018 e 2019 le famiglie che hanno accesso alla banda ultralarga (velocità superiore a 100 Mbps) sono salite solo di quattro punti percentuali, dal 9 al 13%. “L’entità dell’intervento pubblico messo in campo in questi anni ed affidato alla concessionaria Open Fiber avrebbe dovuto condurre a risultati ben diversi”, ha commentato Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel, la società pubblica incaricata dell’attuazione della Strategia Italiana per la banda ultralarga. A fine gennaio il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli aveva ufficializzato che l’obiettivo di concludere l’80% del piano per la banda ultralarga nel 2020 sarà ampiamente mancato.

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dall'articolo    per IlFattoQuotidiano.it 

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