spreco ciboLe famiglie italiane ogni settimana buttano quasi 5 euro di cibo. Per un totale di 6,5 miliardi. Nel 2019 erano 8. Cosa sapere della Giornata per prevenire questo vizio contemporaneo. Il cibo non si butta, dicevano una volta mamme e nonne. #ilcibononsibutta, con il cancelletto che lo trasforma in hashtag, è lo slogan della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare che si celebra il 5 febbraio e dal 2014 ha traghettato l’antica raccomandazione nell’epoca di Internet e dei social.  A quanto pare, con risultati notevoli. Per la prima volta negli ultimi 10 anni lo spreco di cibo nelle case degli italiani è in calo: il 25% in meno rispetto allo scorso anno con un risparmio nel 2020 di 1,5 miliardi di euro. 

 Lo dice il Rapporto Waste Watcher 2020 di Last Minute Market/Swg, secondo cui lo spreco settimanale per famiglia si attesta ora sui 4,91 euro (circa 6,5 miliardi euro totali), contro i 7 del 2019.

L’ARTE DI UTILIZZARE GLI AVANZI DI OLINDO GUERRINI

Lo spreco è un male contemporaneo. In un mondo in cui il cibo non era abbondante e i metodi di conservazione erano approssimativi era tutta un’arte quella di non buttare neanche un atomo di sostanza nutritiva. L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa è infatti il titolo del famoso libro di Olindo Guerrini pubblicato postumo nel 1918: un testo cui il poeta romagnolo aveva dato addirittura un sottinteso di contestazione anti-borghese, rispetto all’opulenza descritta nelle ricette di La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene del conterraneo Pellegrino Artusi. 

LE MILLE VITE DEL PANE

Soprattutto sul pane c’era una vera e propria scienza del riciclare quello indurito: grattato per i fritti, inzuppato nei minestroni o nel latte, ammollato nella panzanella, in Russia perfino fatto fermentare per ricavarne la casalinga birra kvas. E se proprio il cibo vecchio non si poteva riutilizzare nell’alimentazione umana diventava comunque mangime per animali, o concime per piante. Ma i figli dei contadini emigrati in città con il miracolo economico iniziarono a essere schizzinosi, e a far diventare schizzinosi anche gli animali da compagnia, mentre il secchio di una spazzatura per molti decenni non differenziata prendeva il posto della concimaia. E se il pangrattato serviva per una ricetta, lo si comprava già fatto.

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dall'Articolo di Maurizio Stefanini  per Lettera43.it

 

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