salvini Di maio vicini lontaniLa platea di Confartigianato celebra il leghista, resta fredda con Di Maio. Chiede la Flat Tax, respinge salario minimo e reddito di cittadinanza. Passano pochi minuti dall’intervento sul palco dell’assemblea di Confartigianato  quando Matteo Salvini viene assediato da troupe e giornalisti negli imponenti spazi futuristici della Nuvola di Fuksas. L’umore del vicepremier è alle stelle perché gli artigiani gli hanno appena tributato una raffica di applausi, un calore anni luce lontano da quello riservato a Luigi Di Maio. La sicurezza e l’euforia portano a sganciare bombe. E Salvini lo fa. In un colpo solo, con due dichiarazioni fulminanti, cestina l’appello di Sergio Mattarella sulla necessità di tenere i conti in ordine e la prudenza di Giovanni Tria sulla manovra e il taglio delle tasse. La colpa è dell’Europa. “I conti - chiosa contro il messaggio del capo dello Stato - sono in disordine perché abbiamo applicato per troppi anni le regole della precarietà e dell’austerità e dei tagli imposti dall’Europa”.

E a Tria: “Chi vuole fare il ministro di questa squadra sa che il taglio delle tasse è la priorità di questo Paese”. 

L’epilogo della mattinata trascorsa con le imprese artigiane è quello di un atteggiamento di attacco, che punta all’incasso. Un’oretta prima, Salvini era salito sul palco. Camicia bianca abbottonata ai polsi, cravatta a fantasia grigia e badge al collo. Il volto rilassato nonostante il fuso orario del volo che poche ore prima l’ha riportato a Roma dagli Stati Uniti. Fa appena in tempo a dire “grazie” che dalla platea parte un applauso lunghissimo. É il segno tangibile dell’affinità con un mondo, quello degli artigiani, che si è schierato dalla sua parte, promuovendo la sua flat tax. Passano tre minuti e gli applausi diventano quattro. In prima fila il fedelissimo Giancarlo Giorgetti annuisce e sorride. I minuti diventano cinque e arriva la frase, l’indicazione politica, che mette ben in chiaro chi tiene in mano, o quantomeno vuole tenere, il bastone del governo. Salario minimo caro ai 5 stelle? No, prima la flat tax. Lo dice senza fronzoli e soprattutto lo dice in faccia a Luigi Di Maio, a cui si rivolge con toni sì amichevoli, chiamandolo Luigi per tre volte, ma allo stesso tempo netti nei contenuti. Perché un conto è l’avventura di governo che va avanti, un altro - e molto più importante - è come. 

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dall'articolo di Giuseppe Colombo per HuffingtonPost.it 

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