renzi contro CONTEOspite di Bruno Vespa a Porta a porta, l'ex Rottamatore sfida il premier GIuseppe Conte e il suo governo e cerca di intestarsi la legislatura, lanciando la proposta di elezione diretta del presidente del Consiglio: “Con un patto come il Nazareno o un governo istituzionale”. Assalto al governo: “Deve verificare se va avanti”.  “Quello del governo non è un problema che abbiamo posto noi, ma Conte con una dichiarazione molto dura sulla giustizia. Il mio problema la mattina non è togliere Conte. Ma questo governo deve verificare se va avanti o no”. La sfida di Matteo Renzi a Giuseppe Conte e al suo esecutivo è arrivata a metà dell’intervista rilasciata a Bruno Vespa nel salotto di Porta a Porta. Quel che dice Renzi è chiaro: il premier deve presentarsi in Parlamento e vedere se ha i numeri per poter governare ancora. Il secondo passo a stretto giro: l’elezione diretta del presidente del Consiglio, quello che Renzi chiama il “sindaco d’Italia“: “Ci sono due modi diversi per fare la riforma del premierato – ha spiegato – Il primo è il modello del patto del Nazareno, dove rimane Conte e fa un patto istituzionale con l’opposizione sulle riforme, non sul programma di governo, per cui Berlusconi non votava le mie leggi ma c’era un patto istituzionale per cambiare le regole. L’altra ipotesi – ha aggiunto – è l’esempio del governo Maccanico che non vide la luce nel 1996, è il governo stesso a essere istituzionale o costituzionale. Oggi non sono in grado di dire quale sarà il modello – ha spiegato – Ma la proposta del sindaco d’Italia è l’unico modo per uscire dalla melma ed eviteremo la indecorosa pagliacciata del litigio quotidiano”.

 

“Questo parlamento non vuole andare a casa” Che sia il primo o il secondo metodo, le parole di Renzi sembrano confermare l’esistenza di quella intesa con Salvini sempre smentita da entrambi i protagonisti. Non solo. Il leader di Italia Viva ha voluto lanciare una sorta di opa sulla legislatura, facendo incastrare il suo interesse personale (non andare al voto e restare al potere) con le esigenze degli attori in campo. La controprova arriva subito dopo: “Non c’è il clima politico per fare una riforma costituzionale? Sì, ma dove vanno questi? Questo Parlamento non vuole andare a casa – ha detto Renzi – Diciamo che 945 parlamentari vogliono fare il proprio servizio al Parlamento e al paese e non andranno a casa. Ma il M5s se gli va bene prende il 10 per cento. Ci sarà una moria di parlamentari“. Poi la considerazione sugli alleati: “Zingaretti era il primo per andare a votare perché aveva l’accordo con Salvini. All’inizio diranno tutti di no per il sindaco d’Italia poi capiranno che è una buona idea, prima o poi ci dovranno arrivare. Spero che arrivi la saggezza divina ad illuminare le menti e i cuori“.

“Noi pronti a sfiduciare Bonafede” La strategia di Renzi, tuttavia, prevede anche un’altra mossa. Bruno Vespa chiede: “Se non viene ritirata la proposta Bonafede presenterà una mozione di sfiducia al Guardasigilli entro Pasqua?”. Matteo Renzi risponde a quello che sembra essere un assist: “Penso proprio che sarà così. Spero che ci sia buonsenso e si arrivi all’accordo“. L’annuncio dell’offensiva contro il ministro della Giustizia padre della riforma che blocca la prescrizione è arrivata all’inizio dell’intervista a Porta a porta, dopo le domande di riscaldamento. Matteo Renzi risponde diretto e annuncia la mozione di sfiducia individuale, un’azione su cui il premier Conte, nei giorni caldissimi dell’impasse sulla riforma, aveva promesso che avrebbe tratto le proprie conseguenze se l’annuncio fosse divenuto realtà. Quel momento ora è arrivato, o poco ci manca. Al massimo entro Pasqua, se non ci sarà un accordo al ribasso che però al momento sembra impossibile perché indigeribile sia per il Pd che soprattutto per il Movimento 5 Stelle. Il leader di Italia Viva non fa nulla per abbassare i toni che hanno contraddistinto l’ennesima giornata di fibrillazioni in maggioranza, con i suoi parlamentari che in commissione Giustizia alla Camera hanno votato con il centrodestra per evitare la bocciatura della legge del berlusconiano Costa che punta a cancellare il blocco della prescrizione.

“Eliminare il reddito di cittadinanza” – La sfiducia a Bonafede e l’eventuale caduta del governo, tuttavia, per Matteo Renzi non possono essere letti in un rapporto di causa-effetto: “Sono un ottimista, spero prevalga il buonsenso”, ha detto il leader di Italia Viva, che poi ha ricordato il precedente di Nicola Mancino. Bocciatura netta, inoltre, anche su un altro caposaldo del Movimento 5 Stelle, ovvero il reddito di cittadinanza: “È un fallimento, se hai messo soldi per 2,3 milioni di persone e l’1,7% ha trovato lavoro e oggi Gaetano Scotto, mafioso, è stato interrogato e ha detto che ha il reddito di cittadinanza. Se Conte vuole fare la cura da cavallo per l’economia – ha accusato Renzi – inizi ad abolire il reddito di cittadinanza e metta i soldi per il taglio delle tasse alle aziende“.

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