libero gretini 633x360Libero colpisce ancora e, dopo che milioni di studenti sono scesi in piazza per chiedere ai governi di contrastare il cambiamento climatico, il giornale diretto da Vittorio Feltri esce in edicola con un’altra prima pagina memorabile: «È l’ora dei Gretini». Che il quotidiano non provasse particolare simpatia per Greta Thunberg e le sue battaglie è cosa nota da tempo, tuttavia questa volta la manifestazione mondiale offre un assist clamoroso al giornale consentendogli non solo di portare avanti le proprie tesi negazioniste sul cambiamento climatico ma anche di attaccare la maggioranza giallo-rossa«Con milioni di ragazzini in piazza in tutto il mondo i nostri politici non potevano resistere alla tentazione di scimmiottare la 16 enne svedese che gira per le nostre città spiegando che moriremo tutti », scrive nel pezzo di apertura Lorenzo Mottola.

I bersagli, è presto detto, sono il segretario del Pd e il leader M5s. «C’è il gretino grosso Nicola Zingaretti cui mancano solo la parrucca bionda e le treccina – continua il giornalista – E c’è il gretino meridionale Luigi Di Maio, che prova a camuffarsi  facendo l’accento svedese». Entrambi, sostiene Libero, sarebbero colpevoli di aver dato il loro sostegno alla protesta giusto per ottenere in cambio voti e consensi, così come la premier tedesca Angela Merkel citata più avanti nel pezzo.

L’editoriale di Vittorio Feltri: «L’ambiente guastato dai fessi e non dal caldo»

La posizione di Libero nei confronti della crisi climatica è nota da tempo. Lo scorso maggio aveva fatto scalpore un’altra sua prima pagina che recitava: «Riscaldamento del pianeta? Ma se fa freddo» che si basava sulla tesi semplicistica secondo la quale la recente ondata di freddo negava di per sé l’emergenza clima. Tesi cavalcata anche oggi nell’editoriale di Vittorio Feltri che sostiene l’infondatezza della battaglia di Greta contro il cambiamento climatico citando inverni e primavere anomale della sua giovinezza.

«Quasi 60 anni fa ricordo che a febbraio sembrava di essere in primavera – scrive Feltri – Me ne andavo a spasso sulle fantastiche mura di Bergamo indossando solo la giacca, addio cappotto. Nessuno si stupiva del tepore esploso. Era se non sbaglio il 1962 e in aprile all’improvviso ci fu una nevicata pazzesca che invero durò un paio d’ore e l’indomani tornò il sereno. Ma non c’erano Greta o Gretina a stracciarsi le vesti». Insomma ancora una volta Libero condivide con i suoi lettori una tesi dalle solide basi scientifiche che ci informa che il cambiamento climatico non esiste.

Articolo di Giornalettismo.com

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