di stefano renzi zingarettiRenzi e il suo nuovo partito? Ha fregato Zingaretti, perché di fatto gli ha fregato un paio di ministri e dei sottosegretari. Non ha certo fregato noi del M5s, se è vero che sosterrà il governo Conte bis. Lo dico sinceramente: io non mi fido né del Pd, né di Renzi, né ovviamente della Lega“. Sono le parole del sottosegretario M5s agli Esteri, Manlio Di Stefano, ospite di 24 Mattino, su Radio24. E aggiunge: “L’unica cosa che mi interessa è che, alla fine della storia, in Aula ci siano i voti. Ricordo che in Parlamento siamo noi al 34% e non abbiamo mai detto che vogliamo stare al governo a tutti i costi. Se Renzi pensa di fare giochini di palazzo per sedersi al tavolo e avere un po’ più di peso specifico e di potere, noi un Matteo lo abbiamo appena lasciato a casa.

Se Renzi vuole fare la stessa fine, si accomodi pure. Invito il Matteo nuovo – continua – all’accortezza e a ricordarsi che questo è il momento storico in cui si è fatto già un grande sforzo per evitare che estremisti e gente senza scrupoli né etici, né politici andassero al potere, come volevano. Quindi, è un momento in cui bisogna stare molto attenti a quello che si fa e soprattutto rispettare il presidente della Repubblica Mattarella e il presidente del Consiglio Conte, che ci ha messo la faccia nel rispetto di tutti”.

Circa l’incontro oderno tra Conte e il presidente francesce Emmanuel Macron, Di Stefano puntualizza: “I rapporti con la Francia non sono mai stati messi a rischio dal M5s, dopo l’incontro di Di Maio e di Di Battista coi gilet gialli. E’ successo semplicemente che in Francia qualcuno non ha gradito l’incontro con i gilet gialli che ai tempi non erano ancora quelli che spaccavano le vetrine per strada. Quando, infatti, hanno degenerato, ci siamo allontanati e li abbiamo allontanati pubblicamente con un comunicato. Ma abbiamo ricucito i rapporti con la Francia, anche grazie a Mattarella, a Conte e a Di Maio stesso, che ha incontrato più volte ministri francesi”.
Poi spiega: “L’obiettivo primario dell’incontro tra Conte e Macron è definire un quadro strutturale della gestione dei migranti. E il presidente Conte ha messo al centro anche un altro problema, e cioè che la quota di ripartizione dei migranti che spetta ai francesi non è rispettata“.

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