Crisi vertice Zingaretti Orlando 1200 1050x551Girandola di incontri tra Pd e M5s, poi il vertice notturno a cui partecipa anche Conte. Ma l’esito è negativo: si riparte oggi alle 11. I dem tra l’altro hanno chiesto ai 5 Stelle anche di non far votare i militanti su Rousseau, come però accade (per esempio) nella Spd in Germania. E dal pomeriggio al Quirinale le nuove consultazioni: Pd e M5s saliranno mercoledì.  Le trattative tra democratici e 5 stelle in corso fino a notte: i due leader si sono incontrati in serata per vedere anche il presidente del Consiglio uscente. I dem al termine: "Divergenze sulla manovra economica". I Cinque Stelle: "Chiariscano ufficialmente su Conte". Nuovo incontro tra le delegazione a partire dalle 11, mentre alle 16 inizia il secondo giro di consultazioni al Quirinale.

Salvini: "Ribaltone studiato da tempo".  Il quinto giorno di trattative tra Pd Movimento 5 stelle, sotto gli occhi attenti del Quirinale, finisce con un vertice fiume che sembrava destinato a segnare la svolta in vista della nascita del Conte 2 e invece si è rivelato ancora interlocutorio. Anzi, per dirla come i dem “in salita”. Mentre i Cinque Stelle avvertono che “la pazienza ha un limite”. Il premier uscente, appena rientrato dal G7, si è riunito dalle 21 fino a pochi minuti prima dell’1 con Luigi Di Maio, il segretario dem Nicola Zingaretti e il suo vice Andrea Orlando a Palazzo Chigi. Il faccia a faccia, arrivato dopo un primo incontro nel pomeriggio tra i due leader, sarebbe dovuto servire per limare l’intesa e capire come bilanciare le richieste di entrambi. Invece le distanze restano marcate e il dialogo riprenderà alle 11 di martedì.

Manovra, Conte, Rousseau: le divergenze – In cambio del possibile ok a Conte nuovamente premier il Partito Democratico ha chiesto una “forte discontinuità” su squadra e contenuti. E proprio su questi ultimi, dopo quasi 4 ore di faccia a faccia, fonti Pd hanno spiegato che “c’è ancora molto da fare“. La strada viene definita “in salita” e si specifica che la diversità di vedute è principalmente sulla manovra finanziariagiustizia e decreti Sicurezza. Diversa la ricostruzione dei Cinque Stelle che chiedono ai dem “chiarezza” su Conte, specificano che Zingaretti e i suoi “hanno parlato solo di ministeri” e avvisano: “È un momento delicato e chiediamo responsabilità ma la pazienza ha un limite. L’Italia non può aspettare, servono certezze”. Parole alle quali i dem hanno risposto specificando che “prima per il Pd vanno risolti i nodi sul programma” e hanno smentito “che si sia parlato di nomi e ministeri”. Il Pd, tra l’altro, si è presentato al tavolo con la richiesta ai Cinque stelle di non sottoporre la nascita del governo a un referendum su Rousseau, ma solo al voto dei gruppi parlamentari, per riportare al centro la democrazia parlamentare. Anche se in Germania, ad esempio, su questioni importanti l’Spd chiede ai propri militanti di esprimersi. E’ successo per esempio per dare il via alla Grosse Koalition composta per l’attuale governo Merkel.

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dall'articolo   per IlFattoQuotidino.it 

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