ultimo giorno per la trattativa Pd M5sAppurato che aggirare il nome di Giuseppe Conte farebbe saltare il banco, Nicola Zingaretti si sta facendo convincere dai suoi per chiedere una contropartita pesante e una "discontinuità evidente" sui contenuti e i ministeri. E, fuori dal Pd, anche dall'Europa e dalla Cgil arrivano segnali al Nazareno. Oggi giorno decisivo: previsto in mattinata, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, un vertice tra i big M5s. Si vedranno anche al Nazareno e poi, probabilmente, ci sarà un incontro tra le parti. Sta per scadere il tempo. Fra 24 ore il presidente della Repubblica inizierà il secondo giro di consultazioni e i partiti, Movimento 5 stelle e Partito democratico prima di tutti, dovranno dire se hanno un’alternativa alle urne a novembre.

Sono ore decisive per capire se l’accordo che fino a qualche settimana fa sarebbe stato impossibile anche pensare, potrà vedere la luce. Una strada c’è: è in salita come il primo giorno, ma almeno è stata tracciata. Appurato che aggirare il nome di Giuseppe Conte farebbe saltare il banco, Nicola Zingaretti si sta facendo convincere dai suoi per chiedere una contropartita pesante e una “discontinuità evidente” su programma e ministeri. Cioè va bene tutto, ma “il rimpastone” mai. Questo il concetto espresso anche nella conferenza stampa di ieri pomeriggio al Nazareno (dove il tema del premier non è stato menzionato e tantomeno il nome di Conte). E su questo persino i 5 stelle, tutti tranne Di Maio che rischia il posto per davvero, potrebbero essere d’accordo. A questa mediazione, malgrado le apparenze e le veline di partito, il segretario non avrebbe mai voluto arrivare, ma si è resa necessaria mano a mano che passavano le ore: come raccontato da ilfattoquotidiano.it, pezzi consistenti del partito (e non solo i renziani), insieme a intellettuali di riferimento, sono d’accordo con la riconferma del premier uscente. Non si vede perché non dovrebbe andare bene: la teoria che le elezioni subito sarebbero più redditizie in termini di consensi, non sta in piedi per parlamentari che rischiano di non essere riconfermati. In più, elemento da non sottovalutare, in difesa di Giuseppe Conte si stanno schierando nomi insospettabili che vanno ben oltre lo schieramento 5 stelle. Non c’è solo Beppe Grillo, il comico che aveva fatto un passo di lato dal Movimento, e che ora è ritornato ben in sella con due endorsement decisivi (almeno per i suoi) al premier uscente. La lista dei supporter dell’avvocato prestato alla politica infatti, si è allargata a Donald Tusk e pure a Maurizio Landini. A loro si è unito, di nuovo, Romano Prodi: “5 stelle e Pd siano responsabili”. Se si muovono anche da Bruxelles, è il concetto, non si può fare finta di niente. E chi lo farà, dovrà accettarne le conseguenze.

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dall'articolo    per IlFattoQuotidiano.it 

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