Imagoeconomica test sierologiciDiasorin ha acquisito “un illegittimo vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori del medesimo settore, perché ha potuto contare in modo esclusivo sul determinante apporto di mezzi, strutture, laboratori e professionalità, tecnologie e conoscenze scientifiche messe a esclusiva sua disposizione della Fondazione” che sta alla base del Policlinico San Matteo di Pavia. E’ quanto scrivono i giudici amministrativi del Tar lombardo che, con la sentenza resa nota stamattina, hanno annullato il contratto tra l’ospedale e la multinazionale farmaceutica, con l’appoggio della Regione, per la realizzazione dei test sierologici.  Secondo i giudici, l’azienda avrebbe giovato dell’uso della struttura pubblica, per l’appunto il San Marco di Pavia, e in questo modo avrebbe acquisito una posizione diseguale nei confronti della concorrenza. “Una volta creati i nuovi prodotti e conseguita la certificazione CE – scrive il Tar nella sentenza – il vantaggio competitivo di Diasorin si è consolidato quando la società è stata in grado di brevettare, produrre e immettere sul mercato prodotti innovativi realizzati grazie al determinante intervento della fondazione pubblica”.

 

“L’alterazione della concorrenza” si era già verificata, comunque, nel momento in cui la sperimentazione è cominciata, perché l’azienda “rispetto agli altri operatori del mercato in cui opera, ha usato risorse scientifiche e materiali proprie del soggetto pubblico”, in particolare “conoscenze, mezzi ed esperienze che non sono accessibili a chiunque, con conseguente determinazione di un illegittimo vantaggio competitivo”. Un vantaggio, secondo l’ipotesi dei giudici, che avrebbe leso, per via dell’affidamento senza gara, l’azienda concorrente della Diasorin, la TechnoGenetics che ha presentato il ricorso poi accolto dal Tar.

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dall'articolo di LaNotiziaGiornale.it 

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