Brescello don camillo ANSA BARACCHIUna nuova operazione di polizia ha riportato l'attenzione su Brescello, il paesino dei film di Peppone e Don Camillo, sciolto per mafia nel 2016. Brescello è una piccola cittadina dell’Emilia affacciata sulle rive del Po, tra Parma e Reggio Emilia: fino a pochi anni fa era famosa perché, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, fu il set dei cinque film sul prete Don Camillo e sul sindaco comunista Peppone, tratti dai racconti e dai romanzi dello scrittore umoristico Giovanni Guareschi. Negli ultimi tempi, però, Brescello ha acquisito anche una fama più sinistra. Nel 2016, infatti, è divenuta il primo e finora unico comune della provincia di Reggio Emilia sciolto per infiltrazioni mafiose. Questa settimana una nuova operazione antimafia ha portato all’arresto di 16 persone e a decine di perquisizioni.

Tra gli altri, la polizia ha portato in carcere anche Francesco Grande Aracri, ritenuto il capo della cosca calabrese che da Cutro, in provincia di Crotone, si è insediata a Brescello, influenzandone tutte le principali vicende degli ultimi anni.

Da oltre un quindicennio, dopo un iniziale periodo di reticenza, magistratura, stampa e accademici si occupano sempre più spesso delle attività e delle infiltrazioni della criminalità organizzata meridionale nelle regioni del Nord, come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Le indagini “Crimine e Infinito“, per esempio, iniziate nel 2003, avevano portato all’arresto e poi alla condanna di decine di persone tra Lombardia e Calabria (nel corso delle indagini venne anche filmato un rituale di iniziazione di alcuni ‘ndranghetisti, un evento piuttosto raro).

“Aemilia”, la più grande inchiesta per mafia del Nord Italia, portò nel 2015 all’arresto di 160 persone tra Calabria ed Emilia. Tra loro c’erano gli stessi esponenti della famiglia Grande Aracri arrestati nuovamente questa settimana e che, secondo gli investigatori, era riusciti a infiltrarsi nel tessuto sociale di Brescello, arrivando a influenzare direttamente il sindaco, la sua famiglia e molti professionisti del paese.

Indagini e ricerche hanno dimostrato che in questi luoghi la ‘ndrangheta e la camorra puntano soprattutto a riciclare i proventi del traffico di droga in attività legali, come il settore delle costruzioni e in particolare quello del movimento terra. Spesso però le famiglie che si trovano sul posto intraprendono anche attività criminali più tradizionali, come il traffico di droga, l’usura e l’estorsione.

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dall'articolo di IlPost.it 

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