teorie farlocche Qanon Emanuele FucecchiPrimo episodio della miniserie di approfondimento di TPI su QAnon, la teoria cospirazionista secondo cui Trump sta conducendo una guerra segreta per salvare il mondo da una rete di pedofili e satanisti, tra cui Bill Gates e Giuseppe Conte. La propaganda corre negli Usa ed è arrivata anche in Europa: vi raccontiamo chi c'è dietro agli adepti italiani. A partire da un nome ricorrente: Veleno.  Tre stelline a fianco del nome profilo sui canali social forse adesso non vi diranno niente, così come forse niente vi dirà il nome dell’utente Veleno o quello del canale Telegram Qlobal Change, ma alla fine di questo articolo ne comprenderete significato e pericolosità del fenomeno che sta avanzando anche da noi, in Italia. Stiamo parlando della tesi cospirazionista QAnon: il mondo è governato da un gruppo ristretto di pedofili e satanisti (tra cui Bill Gates e Conte) e l’uomo incaricato di combattere questa guerra segreta contro il male è nientepopodimeno che il presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump. Il compito di Trump è riunire i popoli, donare loro la libertà e far governare la pace. Ci credete? Questa teoria potrebbe far quasi sorridere se non fosse che qualcuno, influenzato dall’incessante propaganda QAnon (questo il nome della tesi cospirazionista), è passato ai fatti lasciando dietro di sé una scia di sangue che rischia di allungarsi dopo le elezioni presidenziali Usa.  La teoria di QAnon è nata negli Stati Uniti e negli Stati Uniti trova lo scenario di gran parte della finzione e delle sue conseguenze drammaticamente concrete. Eppure, navigando con facilità attraverso le brevissime distanze dell’infosfera, QAnon è sbarcata in Europa dove sta prendendo sempre più piede. Anche in Italia.

QAnon Italia: dalla genesi ai ban di massa
Sembrerà paradossale ma tutto questo fenomeno potrebbe essere proprio nato da uno scherzo (decisamente sfuggito di mano) ispirato ad un romanzo, il cui titolo è proprio Q, del collettivo italiano Wu Ming. Uscito nel 1999 e tradotto in diverse lingue, il romanzo Q è ambientato nei tumultuosi anni della Riforma Luterana e fra le sue pagine sono contenute analogie impressionanti con le dinamiche reali del fenomeno QAnon.

I parallelismi sono tali che una una tesi abbastanza accreditata sostiene, appunto, che Q sia nato sostanzialmente come presa in giro dei sostenitori di Trump, salvo poi degenerare in minaccia concreta e lasciare dietro di sé una lunga scia di sangue. Dal 2017 al 2019 in Italia si parla poco di QAnon e il pubblico sembra abbastanza freddo al tema. Lo stesso scrittore Wu Ming 1 diventa uno dei punti di riferimento tra chi si interessa e si preoccupa del fenomeno e con precisione racconta ciò che succede al di là dell’Atlantico al nostro Paese, anche se Q non sembra nei primi anni avere una presa particolarmente significativa.

Da quest’anno, tuttavia, qualcosa cambia: il fenomeno cresce. Sicuramente anche a causa del risentimento generato dagli effetti della pandemia, la teoria ha un incremento esponenziale di adepti e QAnon, nato inizialmente nei forum del Deep Web, comincia a diventare pop.

In Italia, secondo i dati di Google Trends, da marzo 2020 le ricerche del termine QAnon sono aumentate di oltre dieci volte rispetto a prima. Sono nati gruppi e canali di comunicazione, principalmente su Facebook e Youtube. Sono stati inoltre creati diversi account Twitter legati a Q, che contano migliaia di followers.

Il canale YouTube Qlobal-Change Italia, nato nell’ottobre 2019, questa estate registrava 23.900 iscritti, mentre nel primo semestre del 2020 erano state create pagine Facebook come Qanon Italia (marzo 2020, oltre 13mila like) e The Q Italian Patriot (maggio 2020, oltre 5.400 like).

Da luglio 2020 in poi, però, qualcosa è ulteriormente cambiato: il susseguirsi di fatti di cronaca nera riconducibili a QAnon, oltre che un’allarmante informativa dell’Fbi che mette in guardia circa la minaccia terroristica di QAnon, ha spinto Twitter, Reddit, Facebook e Youtube ad agire limitando e bannando i contenuti e gli account riconducibili alla propaganda di Q dalle proprie piattaforme. L’azione, ovviamente inserita nella narrativa complottista come un “attacco delle élite contro il risveglio del popolo”, tuttavia non è riuscita a limitare il fenomeno, almeno non del tutto. E così, riorganizzandosi, QAnon Italia continua a crescere quasi indisturbata.

In Italia all’interno della piattaforma che sicuramente riusciva a raccogliere maggiore attrazione, Facebook, molti gruppi e pagine sono effettivamente spariti. Tuttavia basta infiltrarsi nelle pieghe delle ricerche e con diciture meno dirette di quelle precedenti quali “Trump 2020 Italia 2” o “Q Italia sostiene il cambiamento” è possibile accedere a gruppi nei quali la teoria Q viene diffusa senza filtri.

Anche Youtube, seppur con meno incisività, ha iniziato a bannare contenuti (ma molto raramente i canali) riconducibili a QAnon ma la timidezza d’azione ha di fatto reso possibile agli avvelenatori di pozzo dell’informazione continuare con la propria impresa.

La riorganizzazione di QAnon Italia: Tre stelline, Telegram e l’utente Veleno
Se il ban è debole, gli utenti ballano. E così gli escamotage per continuare a diffondere la teoria da luglio ad oggi si sono moltiplicati. Come scritto sopra, su Facebook i gruppi hanno cambiato nome, mentre su Youtube i canali perlopiù restano, ammorbidendo i riferimenti a Q. Per i contenuti più diretti ed eliminati si usano altre piattaforme video più permissive. Il documentario più emblematico di tutta la teoria, per esempio, lo trovate qui.

Su Twitter gli utenti invece si riconoscono fra di loro aggiungendo tre stelle al proprio nome e usando hashtag quali #Maga (Make America Great Again) e #WWG1WGA, acronimo del motto anglofono Where We Go One, We Go All, una sorta di “Tutti per uno, uno per tutti”. Se la paura di essere bloccati insegue e condiziona la propaganda sui canali mainstream, c’è uno strumento che tuttavia garantisce ai membri di QAnon di godere di un compromesso che garantisce una certa libertà e, parallelamente, una facilità di accesso che i forum nel Deep Web non permettono di avere: l’app di messaggistica Telegram, una sorta di Whatsapp più sicura e anonima.

I gruppi Telegram di QAnon sono numerosi: i principali sono QAnons Italia (6.300 iscritti), Difesa Italia (2.600), Qlobal – Change Italia (8.800 membri) e We Are Q (5.800). C’è poi una rete fitta di youtuber, canali Telegram e siti di riferimento che gravitano intorno alla figura di un utente misterioso, una sorta di capofila non molto loquace ma onnipresente: Veleno.

Veleno
Veleno, nome ovviamente di fantasia, sembrerebbe aver messo in piedi una struttura complessa di canali Telegram tematici e legati tramite admin comuni agli altri canali sopra citati: dai gruppi generali, come Veleno Q Anon, fino a quelli regionali, Veleno Q Veneto. Ma non manca il canale per il supporto legale (usato soprattutto per trovare escamotage all’uso della mascherina), quello di informazione (QResearch) e quello spirituale (la teoria QAnon contiene altre teorie, fra cui molte basi similreligiose New Age).Tutti riportano il suo nome e il suo account Telegram risulta esserne il proprietario. C’è poi il canale per coordinare azioni di antipedofilia: Childrenrescue Italia.

Gli utenti sono equamente divisi fra uomini e donne, i più sembrerebbero avere in media sopra i quarant’anni e, da ciò che si può intuire, non c’è né una provenienza politica né sociale che li caratterizzi particolarmente. QAnon è un movimento trasversale.

Veleno, uno degli utenti più attivi, risulta essere anche l’amministratore di uno dei siti di riferimento più completo, QResearch.it, un portale dove moltissimi materiali e link possono essere reperiti.

Su Qresearch vengono linkati gli indirizzi dei canali Youtube da seguire, i collegamenti ad altri Qanons europei (svizzeri e tedeschi), i manifesti e genericamente ogni riferimento alla propaganda Q. C’è anche una sezione per acquistare le magliette, che non si sa mai che due soldi possano saltare fuori.

Non mancano i link a 8kun, forum del deep web erede di 8chan, il luogo situato nel deep web dove QAnon è cresciuto maggiormente. 8chan prima e 8kun sono i luoghi dove la propaganda non ha alcun freno, dove l’estrema destra da anni crea una rete internazionale e diffonde fake news. La cosa più strana di tutte è proprio questa: i QAnons sono convinti di combattere la pedofilia internazionale e per farlo si ritrovano su forum che ospitano ogni genere di materiale pericoloso, compreso quello pedopornografico (8chan è stato chiuso per questo).

Sia chiaro, né l’utente Veleno né gli altri admin sono dei criminali o compiono alcun reato ma che molte azioni violente, alcune delle quali finite in omicidi, siano state condizionate all’origine dall’incessante propaganda di Q è un dato di fatto messo nero su bianco dall’Fbi e da NewsGuard. Il rischio, come è successo in passato, è che una visione estremista e polarizzata possa attivare schegge in seguito impazzite.

Cosa succede nelle chat Telegram
Antisemitismo, cospirazioni e teorie al limite della paranoia. E poi, ovviamente, il pallino per la pedofilia, il Deep State e il satanismo. Noi ci siamo iscritti a tutte queste chat e abbiamo avuto modo di documentare buona parte dei materiali che si scambiano i QAnon italiani. Cosa pensano dei nostri politici? Chi sono gli esponenti di QAnon Italia? Chi si nasconde dietro gli avatar che governano questa rete, fra cui Veleno? Ne parleremo più avanti, nella seconda puntata della nostra mini-serie.

 

Articolo di Alessandro Sahebi per TPI.it
img di Emanuele Fucecchi
 
 

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