coronavirus fake newsChi credeva che, col Coronavirus, No-Vax e complottisti fossero scomparsi dalla circolazione, si sbagliava. Si stavano solo riorganizzando. Se è vero che durante le prime settimane d’emergenza, era più facile trovare una mascherina in giro che un cospirazionista sul web, nell’ultimo mese in rete si sono moltiplicate a dismisura teorie del complotto più o meno assurde, più o meno verosimili, quasi sempre prive di ogni fondamento scientifico. Siti, pagine e canali Youtube vecchi e nuovi sono letteralmente esplosi, in quella che molti considerano una sorta di nuova primavera complottista che non si registrava dai tempi del post 11 settembre. Al punto che è diventato difficile anche solo tenerne il conto e disinnescarla.  Come spesso capita, specie in periodi di crisi, le fake news viaggiano a velocità doppia, tripla rispetto a qualsiasi tentativo di debunking, col risultato che, mentre i contagi in Italia e in Europa cominciano timidamente a calare, sono cresciuti in maniera esponenziale i casi gravi di contagio da fake e vere e proprie bufale. E allora proviamo a vedere quali sono i principali, per capire cosa c’è di vero, cosa di inventato, e come difendersi in tempi di Coronavirus. Partendo dalla fine.

 

LA CURA AL PLASMA

La vulgata complottista recita più o meno così: “C’è una cura sicura, efficace al 100% che cura dal Covid-19, ma ce la tengono nascosta perché è gratuita e perché le lobby farmaceutiche vogliono lucrare sul vaccino”. La tecnica è quasi sempre la stessa. Si parte da una tesi vera, in parte vera o verosimile per affermare qualcosa di completamente sganciato dalla realtà. È vero, ad esempio, che la “cura al plasma” ha un suo fondamento scientifico e, in casi specifici, funziona molto bene. Peccato che non sia esattamente top secret. È talmente poco segreta che se ne conoscono le proprietà benefiche addirittura dal 1890, quando fu usato per curare la difterite e successivamente, nel 1918, l’influenza spagnola. Solo che non si tratta affatto di una cura miracolosa (anzi, ha parecchie controindicazioni che la rendono, in alcuni casi, rischiosa, come ha ricordato di recente anche la virologa Ilaria Capua), è irriproducibile su larga scala e può essere, dunque, utilizzata solo per trattare i pazienti più gravi. Infine – ed è la cosa più importante – non c’entra assolutamente col nulla col vaccino. La prima è una cura, il secondo è un metodo di prevenzione. È come mettere insieme le mele con le pere: metodo vecchio, ma sempre valido tra i complottisti.”

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IL GRANDE COMPLOTTO DEL 5G

Addirittura qui le teorie sono due. La prima: “Il 5G indebolisce le difese immunitarie di chi ne è esposto, aumentandone drasticamente le possibilità di contagio”. La seconda è addirittura fantascientifica: “La trasmissione stessa del Covid è provocata e amplificata dalle onde elettromagnetiche delle antenne 5G”. Se nel primo caso, al momento, non c’è alcuna prova scientifica dei danni prodotti dal 5G (in futuro chissà), quello che di sicuro non esiste è alcun collegamento con il Covid, che, come tutti i virus, non si muove attraverso onde elettromagnetiche ma tramite il contatto diretto (o indiretto) tra le persone. L’unico appiglio dei complottisti è un paper dell’università di Boston del 2011 nel quale si fa riferimento alla possibilità (mai realmente provata, per altro) che alcuni batteri sarebbero in grado di comunicare tra loro attraverso segnali elettromagnetici. Piccolo particolare: nel paper non si parla mai di 5G e, men che meno, di Coronavirus o anche solo genericamente di virus, ma semplicemente di batteri. Anche se il paper dovesse essere dimostrato, il Coronavirus non c’entra nulla.

GIULIO TARRO E IL NOBEL

Insieme al già citato Montagnier, è l’uomo più citato in questo periodo dai complottisti italiani. Solo che, a differenza di Montagnier, non ha mai vinto il Premio Nobel, anche se avrebbe – stando alla vox populi – ricevuto svariate nomination. Peccato che le nomination al Nobel vengano rivelate da Stoccolma solo 50 anni dopo essere state proposte. Quindi, anche se fosse vero, bisognerà aspettare così tanto, che il Coronavirus sarà solo – si spera – una triste pagina sui libri di Storia. Ma cos’ha detto il virologo? Tante, forse troppe. La più nota dichiarazione, al momento, è questa: “Il vaccino non serve, il Coronavirus andrà via da solo col caldo”. Ipotesi, quest’ultima, non avallata, ad oggi, dalla comunità scientifica, in mancanza di prove certe.


dall'articolo di Lorenzo Tosa  per TPI.it 

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