lapresse di maio in silenzioDopo il voto del Senato sulla Tav, il leader politico del Movimento 5 Stelle tace. E attende le mosse di Matteo Salvini.  La Tav apre l'ennesima crisi di governo un altro fronte per Luigi Di Maio. Lega e Movimento 5 Stelle si trovano sulle opposte barricate, con il Carroccio che ha votato a favore della mozione del Patrtito democratico sulla Tav Torino-Lione, mentre i Cinque Stele, fedeli alla base contraria all'alta velocità in Val di Susa, hanno detto no.  Un governo spaccato, con Giuseppe Conte che adesso deve gestire una delle crisi più difficili degli ultimi mesi. Una crisi che molti pensano possa essere l'ultima di un governo agli sgoccioli, ma c'è anche chi crede che la crisi possa non condurre alle urne. 

 Ma c'è un altro dato che fino ad ora risalta: il silenzio del Movimento Cinque Stelle. Il passaggio in Senato del nodo Tav con i pentastellati isolati rispetto all'alleato di governo e alle altre forze politiche non ha portato ad alcun commento da parte dei grillini. Solo un posto del leader spirituale, Beppe Grillo, ricondiviso tra l'altro proprio da Luigi Di Maio, colui che dovrebbe rappresentare nel governo il MoVimento. Nessuno parla. Dal quartier generale pentastellato sembra esserci aria di attesa, preoccupati più dalle prossime mosse dell'alleato leghista che dalla volontà di imporre una propria strategia all'esecutivo. E quella richiesta di salire al Colle mossa dalle opposizioni nei confronti del premier fa paura a molti pentastellati, terrorizzati dall'idea che si possa andare al voto, ma anche preoccupati dal dover mantenere la barra dritta con un governo che ormai è chiaramente indirizzato verso il programma della Lega e non più a quello di chi, in teoria, è ancora il partito che ha la maggioranza all'interno dei partiti che compongono l'esecutivo. Almeno in parlamento.

Beppe Grillo ha infranto un lunghissimo silenzio con un post esplicativo: “Non avere i numeri non significa tradire". Il riferimento è all'attacco di Alberto Perino, leader storico del movimento contrario alla Tav, che si è espresso così verso il leader 5S: "Sono deluso, con lui a livello personale perché c'era un rapporto di stima non dico di amicizia ma c'era grossa stima. E adesso non lo stimo più". E l'M5S sembra voler convincere gli elettori che quello che è accaduto oggi in Senato è in realtà la prova che il Movimento va avanti per la sua strada nonostante l'alleato abbia trovato sponda nelle opposizioni. Ma sarà estremamente difficile far comprendere ai suoi elettori e alla base che rimarranno al governo con un partito che promuove programmi ormai spesso del tutto contrapposti a quelli pentastellati, dalla Sicurezza alla Tav, passando per Tap e tassazione.

Di Maio in tutto questo tace. Da giorni. Matteo Salvini anche, ma dalla Lega filtrano prime indiscrezioni su un "annuncio importante" di questa sera da Sabaudia. Ma l'attendismo di Di Maio e dei suoi soci rischia di essere considerata l'ennesima prova di debolezza di un partito che esprime il presidente del Consiglio e che esprime, soprattutto, il ministro delle Infrastrutture. Ma lil semaforo verde di Cote al Tav al pari delle fragilità di Danilo Toninelli hanno fatto comprendere come il governo sia ormai del tutto lontano dalla base grillina. E adesso, l'idea è che Di Maio, dopo aver voluto a tutti i costi il passaggio in Aula, aspetti che parli Salvini, l'alleato bersagliato dal fuoco amico e che potrebbe scegliere, dalle rive del Tirreno, di porre fine all'esperienza di governo, oppure di continuare e lasciare la palla ai Cinque Stelle. Il leader 5S parlerà questa notte durante l'assemblea congiunta dei parlamentari 5S: ma bisognerà capire se sarà una risposta al Salvini o un primo tentativo di battere la strada. Forse proprio quella delle urne.

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