virus outbreak astrazeneca explainer.....   In questi giorni ci sono migliaia di italiani che rifiutano di farsi inoculare il vaccino Astrazeneca, presi dalla paura e dal sospetto. Sospetti e paure  basati su informazioni totalmente falseNegli ultimi tempi, sono apparsi in Tv illustri virologi e virologhe che vi hanno detto che il vaccino Astrazeneca è “scarso” perché ha un’efficacia del 60 per cento circa, cioè vi hanno spiegato che su 100 vaccinati 60 sono coperti e 40 no.  Per esempio, la dottoressa Antonella Viola ha ripetuto più volte anche in tv (cito dalla sua pagina Facebook): «Astrazeneca è un vaccino meno efficace rispetto agli altri, riuscendo a proteggere solo 6 persone ogni 10 vaccinati. Li vacciniamo sapendo che 4 su 10 non saranno protetti?».   Ma l'efficacia del vaccino non misura quanti tra gli individui vaccinati sono “protetti” perché hanno sviluppato gli anticorpi (che sarebbe un dato facile da misurare in maniera più accurata: si fa l'esame del sangue ai vaccinati e si vede quanti hanno sviluppato gli anticorpi protettivi). No  Basta leggere l’articolo nel quale gli scienziati di Astrazeneca hanno descritto la loro sperimentazione sul vaccino, dal titolo “Sicurezza ed efficacia del vaccino AZD1222”, e pubblicato su Lancet, per capire che non è così.  Astrazeneca ha arruolato 11.636 individui, a circa metà dei soggetti hanno inoculato un cosiddetto placebo, un vaccino falso, e all’altra metà dei soggetti hanno inoculato il vaccino vero, e li hanno seguiti per sette mesi.  Nel gruppo placebo, cioè nel gruppo che aveva ricevuto un falso vaccino, 112 individui su 5.829 si sono infettati con il coronavirus e si sono ammalati di Covid-19, cioè hanno sviluppato i sintomi, e di questi 5 erano gravissimi, 1 è morto.   Nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino vero, 37 persone su 5.807 si sono ammalate di Covid-19 e hanno sviluppato i sintomi, tutti lievissimi, in pratica un raffreddore o poco più.

Adesso, calcoliamo il rischio di infezione, che è il rapporto tra il numero di casi di Covid riscontrati e il numero totale di individui di ogni gruppo, e si ottiene questo: nel gruppo placebo ci sono stati 112 malati su 5.829, cioè 112/5829, pari a un rischio di infezione del 1,9 per cento; nel gruppo vaccino ci sono stati 37 malati lievi su 5.807, cioè 37/5807, pari a un rischio di infezione dello 0,6 per cento.

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Adesso che abbiamo analizzato i rischi di infezione calcoliamo l’efficacia del vaccino, che è il rapporto tra la diminuzione del rischio di infezione e il rischio di riferimento nella popolazione non vaccinata.

Per prima cosa dobbiamo calcolare la differenza fra il rischio di infezione nei due gruppi (1,9-0,6= 1,3), quindi si calcola il rapporto tra la differenza del rischio di infezione tra gruppo placebo e gruppo dei vaccinati, (1,3), e il rischio di infezione del gruppo placebo, che è il valore di rischio di riferimento nella popolazione non vaccinata, che è 1,9, e si ottiene 0,68. Cioè: 1,9-0,6/1,9= 0,68, che sarebbe 68 per cento.

Questo 68 per cento rappresenta l’efficacia del vaccino Astrazeneca verso la malattia del Covid-19. (Nella pubblicazione degli scienziati Astrazeneca l’efficacia è pari al 67,1 per cento, una piccola differenza, solo perché io ho semplificato i calcoli non inserendo gli “anni-paziente”, un valore che tiene conto del fattore tempo, per cui chi è stato osservato per 6 mesi ha un rischio maggiore di contrarre il Covid rispetto a uno che è stato seguito per soli 5 mesi.) 

Questo 68 per cento sarebbe il famoso 60 per cento circa di cui parlano i virologi come la dottoressa Viola. Leggete bene: 37 persone su circa 6.000 vaccinate non erano protette e si sono ammalate di Covid in maniera lievissima, in pratica un raffreddore: 37 su 6.000, e non 40 su 100! Quindi il vaccino Astrazeneca è efficace.

Per dare un termine di paragone: tutti i vaccini influenzali attualmente in commercio hanno una efficacia del 50 per cento circa. Se fosse vero il ragionamento della dottoressa Viola, su 100 vaccinati contro l’influenza 50 sarebbero protetti e 50 no, cioè 1 su 2!

Per fortuna non è così, perché l'efficacia del vaccino non descrive il suo grado di copertura, cioè quante persone esso immunizzi, ma indica quanto il vaccino fa diminuire il rischio di ammalarsi della malattia in una determinata popolazione in un determinato periodo di tempo.

Che poi col vaccino Astrazeneca anche se ti ammali di Covid ti prende una malattia lievissima, e l'efficacia potrebbe anche variare a seconda del parametro considerato: rispetto al Covid grave, l'efficacia del vaccino Astrazeneca è del 100 per cento.

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Nel caso del vaccino AstraZeneca, in Europa si sono verificati alcuni casi di trombosi (30 fino al 13 marzo) dopo il vaccino, sui 3 milioni e passa di inoculazioni, ma questo non vuole dire che siano stati causati dal vaccino.

Alcuni casi di trombosi si sono verificati 10-12 giorni dopo l'inoculazione del vaccino, e quindi è praticamente impossibile che sia stato il vaccino a causarli, ma in regime di farmacovigilanza si controlla tutto.

A un primo accurato esame da parte dell'Ema, si è visto che il numero dei casi di trombosi tra i vaccinati è in linea con i casi di trombosi avvenuti nello stesso periodo di tempo nella popolazione non vaccinata, perché anche mentre sto scrivendo questo articolo c'è qualcuno che sta morendo di trombosi in Italia, anche senza essere vaccinato.

Però, nonostante questo, in regime di farmacovigilanza vige il criterio della massima cautela, e anche per rassicurare la popolazione si controlla meglio perché non si sa mai.

Un dato paradossale: nel Regno Unito sono stati somministrati oltre 11 milioni di dosi di Astrazeneca, e tra i vaccinati sono stati rilevati 45 casi di trombosi. Sono stati somministrati anche 11 milioni di dosi del vaccino di Pfizer, e sapete quanti sono i casi di trombosi rilevati? 48, cioè 3 in più, ma quello pericoloso tra i due è il vaccino Astrazaeneca, dice la stampa italiana. Perché lo dica non si sa.


dall'articolo di  ANDREA CASADIO  per EditorialeDomani.it 

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