SuperCashback divide i partiti L'ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi va in ordine sparso sul cashback di Stato, il rimborso al 10% per le spese sostenute dai cittadini che pagano con moneta elettronica. Mentre si sono avviati i pagamenti relativi al periodo sperimentale di Natale, due questioni si impongono sul programma di stimolo alla digitalizzazione dei pagamenti. La più urgente è quella dei cosiddetti "furbetti del cashback", che fanno tanti micro-pagamenti (sono stati pizzicati alle pompe di benzina) per scalare la classifica del superpremio da 1.500 euro a semestre messo in palio per i 100 mila maggiori utilizzatori del denaro elettronico. In sottofondo, però, si levano voci critiche verso il programma nel suo complesso, mentre altre forze politiche lo difendono.  Lo stop ai furbetti del SuperCashback

I casi di cronaca sono noti: alcuni utenti hanno frazionato artificiosamente i pagamenti (ad esempio alle pompe di benzina in modalità "self") registrando decine di transazioni da manciate di centesimi in pochi minuti. Obiettivo: scalare la classifica del superpremio da 1.500 euro che va a chi ha registrato il maggior numero di pagamenti elettronici nel semestre. Ad oggi, ad esempio, ne servono un centinaio per essere nel lotto dei premiati. La possibile deriva era ben nota quando il regolamento era in scrittura al Mef, poi il divieto di "frazionamento artificioso" dei pagamenti non è entrato nella versione finale. Alcuni utenti si sono infilati in quella piega.

La questione è ben presente al Tesoro e a PagoPa, la società che colleziona i dati dagli acquirer (i servizi dei pagamenti elettronici che ricevono le carte e le app per conto degli esercenti). Tecnicamente, la società pubblica è già in grado di evidenziare le singole anomalie e lo stesso decreto consente al Mef di "effettuare statistiche" sull'attuazione del programma. Il nodo sul tavolo dei tecnici è dunque come mettere di fatto fuorigioco questi comportamenti abusivi. Più voci al Tesoro fanno notare che la transizione determinata dal cambio di governo impedisce ad ora di avanzare la soluzione al problema e che scelte definitive in tal senso non sono state adottate. Ma sul dossier, si assicura, si è al lavoro.

I partiti della maggioranza in ordine sparso sul programma

"Alcune pratiche abusive possono già esser escluse dal programma per via amministrativa - ragiona il capogruppo del Partito democratico in commissione Finanze alla Camera, Gian Mario Fragomeli - Credo che sia ragionevole annullare i pagamenti artificiosi alla luce della ratio del provvedimento". Quindi, escludere i pagatori seriali dal superpremio. "Se, comunque, fosse necessario affrontare la questione con veicoli normativi adeguati - aggiunge il capogruppo - per meglio dettagliare questi aspetti, non ci vogliamo certo sottrarre". Da parte della Lega, ad esempio, la proposta di Laura Cavandoli - che ha depositato una interrogazione per gettare luce sul tema - è di introdurre una soglia minima sotto la quale le transazioni non vengono considerate. E, a valle di questo incidente, è comunque opportuno valutare l'uso delle risorse per il cashback (4,5 miliardi in tutto).

Anche Italia Viva è pronta a depositare un atto parlamentare per chiedere al Mef di intervenire. Sull'impianto complessivo del provvedimento, però, le idee sono differenti. Mattia Mor spiega che la linea del partito è di supporto al programma: gli episodi dei "furbetti", censurabili e da risolvere, non significano "che la scelta politica che ha dato vita alla norma non sia corretta, anzi. Italia Viva resta favorevole ad ogni tipo di strumento che incentivi i pagamenti elettronici, anche di importo minimo, la riduzione del contante e dell'evasione fiscale, ma riteniamo opportuno che siano apportate con urgenza le dovute modifiche affinché vengano eliminati questi comportamenti distorsivi". Una interrogazione di senso opposto è stata annunciata da alcuni deputati di Iv, Gianfranco Librandi e Camillo D'Alessandro, secondo i quali "il cashback è una misura costosa e inefficiente, che non apporterà benefici alla nostra economia e al nostro Paese". E i due parlamentari si sono fatti promotori di "un'interrogazione parlamentare per invitare il nuovo governo a prendere provvedimenti affinché non si sciupino risorse pubbliche, in particolare i fondi europei del Next Generation Eu".

Già Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, ha invocato lo stop al SuperCashback per fermare i relativi furbetti. Ma è andata oltre, dando un giudizio "scandaloso" sul programma per "lo stanziamento di miliardi di euro per una misura che non scalfirà di un centesimo l'evasione fiscale e di cui beneficerà solo chi già usava abitualmente la moneta elettronica. Intanto sarebbe un passo avanti abolire questo inutile e dannoso incentivo ai furbetti, facendo risparmiare allo Stato più di mezzo miliardo di euro solo quest'anno".

Impostazione lontana da quella di Fragomeli, che invita a "non confondere alcuni abusi con la bontà dello strumento. Non è un tema solo di contrasto all'evasione, ma innovazione complessiva: l'uso sempre più massivo della moneta elettronica elimina i pericoli connessi al contante. E' una modernizzazione che noi sosteniamo integralmente, che rientra in un percorso che va dalla fatturazione elettronica alla trasmissione dei corrispettivi. Se altre forze politiche hanno idee alternative per la lotta all'evasione e la semplificazione della vita dei cittadini, le presentino. Ma non si può smontare una norma senza ricreare gli stessi effetti di contrasto all'evasione e diffusione della moneta elettronica".

A supporto del cashback sono arrivati i dati The european house - Ambrosetti, che da tempo ha lanciato una community dedicata alla società cashless e ha realizzato un sondagio secondo il quale sette italiani su 10 ritengono che il cashback di Stato abbia spinto verso "un utilizzo più frequente dei messi di pagamento elettronici" e pensano di ridurre l'uso del contante nei prossimi due anni, con la propensione più elevata tra gli over 60.

Articolo di per Repubblica.it

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