Trionfo Ferrari a SingaporeIl tedesco torna sul gradino più alto del podio dopo oltre un anno precedendo il compagno di squadra scattato dalla pole, terzo Verstappen. Quarto e quinto posto per le Mercedes di Hamilton e Bottas. Sebastian Vettel vince e la Ferrari fa doppietta nel Gran Premio di Singapore, quindicesima tappa del Mondiale di Formula 1. Il tedesco torna sul gradino più alto del podio dopo oltre un anno (l'ultimo successo in Belgio nell'agosto 2018) tagliando il traguardo davanti al compagno di squadra Charles Leclerc. Il monegasco, scattato dalla pole position per la terza gara di fila, non è riuscito a completare il tris di vittorie. Decisivo il pit-stop anticipato di Vettel, rientrato in pista davanti a Leclerc e riuscito a tenere dietro il compagno di squadra anche nel concitato finale.

 Il podio è completato dall'olandese Max Verstappen con la Red Bull. Ai piedi del podio le due Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, giunti rispettivamente in quarta e quinta posizione. Buona la prova di Antonio Giovinazzi, giunto decimo con l'Alfa Romeo. In casa Ferrari la doppietta mancava dal Gp di Ungheria 2017.

"L'inizio della stagione è stato difficile, congratulazioni al team e ringrazio i tifosi, perché nelle ultime settimane non sono stato al meglio di me stesso, ma è stato bellissimo ricevere messaggi da tante persone che raccontavano i propri momenti difficili. Pensavo di essere in anticipo per il cambio gomme e invece è andata bene" ha detto Vettel dopo la gara. "Ero sorpreso nel giro successivo a trovarmi davanti, ma sono riuscito a controllare tutto. Però, la strategia ha funzionato".

"E' sempre difficile perdere una vittoria, ma sono contento per la doppietta della Ferrari, è la prima della stagione. Sono deluso un po', chiunque lo sarebbe, ma contento per il team. Aspettiamo, ma possiamo essere ottimisti, per il passo-gara e per come vanno le cose. La strategia dei pit-stop era stata fissata prima della gara, io mi sono attenuto ai piani" ha spiegato Leclerc.

Articolo di ALESSANDRA RETICO per Repubblica.it 

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